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Red 23 marzo 2020
«Personale sanitario lasciato solo»
«I numeri assoluti di infetti da Covid-19 possono sembrare non alti, ma il fatto che tra il personale sanitario ci sia oltre il 50percento dei pazienti positivi al CoronaVirus in Sardegna ed il 90percento a Sassari e Olbia, è qualcosa di grave e di rilevanza internazionale, se confrontato ai valori dell´8percento in Italia e del 4percento in Cina», dichiarano le Segreterie territoriali Cgil, Cisl e Uil di Sassari
«Personale sanitario lasciato solo»

SASSARI - I numeri assoluti di infetti da Covid-19 possono sembrare non alti, ma il fatto che tra il personale sanitario ci sia oltre il 50percento dei pazienti positivi al CoronaVirus in Sardegna ed il 90percento a Sassari e Olbia, è qualcosa di grave e di rilevanza internazionale, se confrontato ai valori dell'8percento in Italia e del 4percento in Cina. Infatti, si osserva con grande preoccupazione che il problema é nei diversi ospedali e nelle strutture di ricovero dell'Isola. Di fatto, i medici, gli infermieri ed il personale che opera in ambito sanitario, sono stati lasciati soli, senza protezioni, indicazioni e direttive univoche di fronte a questa epidemia». A lanciare l'allarme sono le Segreterie territoriali Cgil, Cisl e Uil di Sassari.

«Il piano di emergenza contro la diffusione dell'infezione da Covid-19 ha mostrato gravi criticità e lacune a partire da quelli che sarebbero dovuti essere i presidi deputati alla selezione e diagnosi dei pazienti positivi e che sono diventati al contrario, focolai di infezione. Di fronte a questi dati – proseguono i sindacalisti - le parole dell'assessore regionale alla Sanità, relative al “contagio del 50percento dei sanitari, qualcosa che ci può stare”, sono inaccettabili, come non é accettabile ogni eventuale riferimento a responsabilità di medici e personale sanitario, che con grande sacrificio e abnegazione, sono in prima linea, nel fronteggiare l'emergenza, esposti al rischio di contagio in quanto privi dei Dpi a norma di legge. Purtroppo, il caso di Ebola a Sassari, di qualche anno fa, non ha insegnato niente a chi ha governato e governa la sanità in Sardegna. Quell'episodio isolato, risoltosi fortunatamente grazie alla grande professionalità degli operatori coinvolti, era il presagio di possibili successive epidemie in un mondo globalizzato, come dicono gli specialisti e gli scienziati. Al contrario, la politica indiscriminata di tagli alla Sanità regionale con riduzione dei finanziamenti, dei posti letto, del personale, non sostituito in caso di cessata attività, lo smantellamento di quanto predisposto per il caso Ebola, ha portato ad un depauperamento dei servizi con grave affanno nella situazione attuale».

«Caro assessore – si indirizzano direttamente i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil - lei, insieme al governatore, istituzionalmente, é il principale responsabile della sanità e della salute in Sardegna, della nomina o mancata nomina di commissari e direttori. Sarà una pura coincidenza che nella Aou di Sassari dove mancano figure apicali di riferimento, ci sia stata la maggiore incidenza di casi positivi tra i sanitari. Allo stesso modo, sarà una pura coincidenza che in Cardiologia, struttura complessa priva di direttore dal gennaio 2019 ci sia stato un focolaio di infezione di quelle proporzioni, con pazienti e personale sanitario rinchiuso per ottanta ore nel reparto? Sarà una pura coincidenza la molteplicità di infezioni negli ospedali della Sardegna oppure tutto questo é dovuto a carente programmazione, previsione, organizzazione, univocità di direttive ed indicazioni, corsi di formazione, investimenti e dotazione dei dispositivi previsti dalla legge. Ora, per limitare ulteriori danni, al di là di ogni polemica, occorre ricorrere alla competenza, conoscenza e professionalità. Stupisce che nei centri di coordinamento delle Unità di crisi non siano coinvolti infettivologi e rianimatori, ma ci siano figure stimate e degnissime della società civile ed imprenditoriale che non hanno, tuttavia, alcuna conoscenza in medicina, infettivologia ed epidemiologia. Infine, in relazione al tentativo di violenza intellettuale nei confronti del personale sanitario, con l'imposizione del bavaglio da parte dell'Assessorato e della Ats, le nostre Federazioni si faranno portavoce delle istanze, denunce e segnalazioni di criticità ed inadempienze pervenuteci, dagli iscritti e non, a tutela della salute dei cittadini e degli operatori e dei principi costituzionali sulla libertà di pensiero ed espressione», concludono le Segreterie territoriali.
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