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Cor 7 luglio 2020
30mila cittadini per le coste della Sardegna
«Altro cemento sulle coste non vuol dire turismo, significa solo degrado ambientale e perdita di attrattiva» sottolineano dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
30<i>mila</i> cittadini per le coste della Sardegna

CAGLIARI - «Sono ore molto importanti per il futuro delle coste della Sardegna, veri e propri gioielli del Mediterraneo. In questi giorni il Consiglio regionale della Sardegna sta esaminando la proposta di legge che permetterebbe a una maggioranza "mattonara" di riscrivere in perfetta solitudine il piano paesaggistico regionale, consentendo il ritorno di ruspe e cemento anche a due passi dal mare. Nelle prossime settimane andrà in discussione l'altra proposta di legge, della stessa Giunta regionale, che prevede aumenti di volumetria lungo i litorali e nelle aree agricole. Grazie all’ostruzionismo delle forze politiche di opposizione, l’esame della proposta di legge è stato sospeso per alcuni giorni, ma riprenderà il prossimo giovedi 9 luglio. E' un assalto senza precedenti alla parte più pregiata (e appetita) del patrimonio ambientale dell'Isola».

Così l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che ritiene che oltre alle azioni legali che saranno messe in campo, ci sia bisogno di un grande sostegno popolare per contrastare questa deriva speculativa. Ed è così: «siamo sempre di più, siamo già oltre 30 mila cittadini ad aver aderito alla petizione per la salvaguardia delle coste della Sardegna, per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (P.P.R.). Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà».
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