Red
21 luglio 2020
Riformatori denunciano il degrado della Torre Aragonese
«La trasformazione della Torre Aragonese di Porto Torres da monumento simbolo della città a emblema dell’incuria». Questo è il messaggio dei Riformatori sardi, che intendono attirare l’attenzione delle Istituzioni denunciando il precario stato di conservazione monumento che fa parte del preziosissimo patrimonio culturale turritano

PORTO TORRES - «La trasformazione della Torre Aragonese di Porto Torres da monumento simbolo della città a emblema dell’incuria». Questo è il messaggio dei Riformatori sardi, che intendono attirare l’attenzione delle Istituzioni denunciando il precario stato di conservazione monumento che fa parte del preziosissimo patrimonio culturale turritano. Un monumento tutelato dal Mibact ed inserito dalla Regione autonoma della Sardegna tra i “Beni identitari da proteggere e valorizzare”.
«Da anni la torre è chiusa al pubblico a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie un cui si trova – sottolineano i Riformatori - Ciò che preoccupa maggiormente è il fatto che sia stata dimenticata. La torre aragonese di Porto Torres nel 2010 è stata anche il simbolo della protesta dei lavoratori della Vinyls, ma sembra che insieme alla morte delle speranze dei lavoratori sia defunta anche l’attenzione delle Istituzioni cittadine. Eppure, proprio la manifestazione per il lavoro doveva risultare da stimolo per spingere proprio le Istituzioni a ricercare nuove opportunità di sviluppo da contrapporre alla caduta occupazionale determinata dalla crisi dell’industria chimica, puntando sulla valorizzazione dei beni culturali e sul turismo culturale».
La torre aragonese, bene demaniale dello Stato, si trova nel perimetro dell’area portuale di competenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna. Il Decreto legislativo 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, all’articolo 30. Obblighi conservativi, comma 1, recita: «Lo Stato, le Regioni, gli altri Enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza». Mentre il comma 3 specifica: «I privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a garantirne la conservazione». Tutto ciò premesso, i Riformatori sardi sollecitano «un autorevole intervento del sindaco di Porto Torres affinché convochi tutte le parti interessate ad un tavolo per analizzare la situazione e per studiare la maniera più celere per procedere alla bonifica e alla disinfestazione del monumento che richiederebbe, tanto per cominciare, un intervento di somma urgenza».
«Ci risulta che il Comune di Porto Torres sia in possesso di un progetto riguardante la valorizzazione della Torre Aragonese elaborato in occasione dei finanziamenti Por, presentato dal Comune alla Regione unitamente al progetto di restauro del Ponte Romano. Ci risulta inoltre che il Liceo Artistico di Sassari si sia interessato ad un progetto di recupero e di riuso della Torre Aragonese in occasione di un Pon nazionale sulle torri costiere. Sappiamo anche di una interessante tesi di laurea della giovane turritana Grazia Carcangiu (Università degli studi di Sassari, Dipartimento di Architettura, design e urbanistica), che propone nella parte che riguarda la comunicazione e la rappresentazione, il “Museo delle torri”. Insomma, in tanti si interessano alla nostra Torre Aragonese ma sono esclusi invece coloro che dovrebbero occuparsene seriamente. Pertanto attendiamo fiduciosi buone notizie», concludono i Riformatori sardi.
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