Red
7 novembre 2020
Palangaro nell´Amp: la Guardia costiera indaga
Ieri sera, i militari di Alghero hanno trovato un palangari con circa 2mila ami illegalmente posizionato nella Zona A di “riserva integrale” dell´Area marina protetta Capo Caccia-Isola Piana. Sono quindi scattate subito le indagini del caso

ALGHERO – Ieri sera (venerdì), i militari della Guardia costiera di Alghero, a bordo della motovedetta Cp559, hanno trovato nella Zona A di “riserva integrale” dell’Area marina protetta Capo Caccia–Isola Piana un “palangaro”, attrezzo da pesca illegalmente posizionato in una porzione di mare nella sono vietate tutte le attività che non abbiano una finalità prettamente scientifica o di controllo. I militari hanno potuto appurare che pescatori di frodo, verosimilmente non professionali, avevano circondato l’intera Isola Piana (Zona A dell’Amp), posizionando l’attrezzo illegale lungo tutto il perimetro della stessa, a circa 10metri dalla costa rocciosa.
In considerazione dell’enorme nocumento all’ambiente marino derivante dal posizionamento dell'attrezzatura, il personale intervenuto ha provveduto a salpare l’attrezzo con evidenti difficoltà derivanti dalla scarsa visibilità e dall’eccessiva vicinanza alla costa, bonificando la zona. Il palangaro, posizionato verosimilmente poche ore prima dell’intervento della Guardia costiera, composto da circa 2mila ami e lungo oltre 2chilometri, è stato sequestrato, con conseguente comunicazione alla competente Procura della Repubblica.
Gran parte del pescato è stato restituito al mare, in quanto rinvenuto allo stato vitale; il resto, certificata come idonea al consumo umano, è stato devoluto alla locale “Caritas”. Il comandante dell’Ufficio Circondariale marittimo di Alghero, tenente di vascello Pierclaudio Moscogiuri, sottolinea come «sempre più spesso vengano rilevati comportamenti denotanti una scarsissima cultura del mare e un profondo disinteresse per la salvaguardia dell’ambiente marino e della biodiversità. L’agire indiscriminato di pochi soggetti irrispettosi rende vano l’impegno profuso quotidianamente dalla maggioranza degli utenti del mare, sportivi e soprattutto professionali. Il fatto accertato si configura quale condotta grave e decisamente censurabile meritevole di ogni sforzo possibile mirato all’individuazione dei responsabili».
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