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Red 2 febbraio 2021
«Gutturu Mannu, fermare demolizione diga»
«La Regione deve bloccare subito la demolizione della diga Sant´Antonio, e individuare il soggetto che la gestirà, se necessario imponendo quest’onere a chi ha competenze e capacità organizzative per farlo», chiedono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Sara Canu
«Gutturu Mannu, fermare demolizione diga»

CAGLIARI - «La Regione deve bloccare subito la demolizione della diga Sant'Antonio, e individuare il soggetto che la gestirà, se necessario imponendo quest’onere a chi ha competenze e capacità organizzative per farlo». A chiederlo sono i consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Sara Canu.

«Lo stallo che si è creato dopo i ripetuti incontri infruttuosi promossi dall’Assessorato dei Lavori pubblici con Forestas, Ente Parco e Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale dev’essere superato. Non si può accettare la demolizione dell’invaso semplicemente perché tutti se ne lavano le mani: si tratta di una struttura troppo importante sotto il profilo ambientale, utile per gli animali e per l’approvvigionamento dei mezzi antincendio che garantiscono la sicurezza in un’oasi di straordinario pregio. Ma non dimentichiamo che la diga serve anche come salvaguardia contro il rischio idraulico di un’importante insediamento abitativo di Capoterra», continuano i due consiglieri regionali. Nei giorni scorsi, Canu ha fatto un sopralluogo nella zona, e ha avuto occasione di verificare di persona la situazione e di confrontarsi con escursionisti e operatori della Protezione civile di Assemini.

«Il Parco di Gutturu Mannu dev’essere valorizzato il più possibile, perché è una risorsa importantissima, sia sul piano ambientale ed educativo che come attrattore economico, giacché incoraggia l’escursionismo, le attività all’aria aperta e tutte le attività economiche che ad esse si collegano. Il Parco si compendia con la miniera di San Leone, al servizio della quale la diga Sant'Antonio era stata realizzata. Il prossimo passo dovrà essere l’avvio di un piano di recupero e di valorizzazione della miniera, oggi abbandonata ai vandali e agli abusivi. La linea ferroviaria che collegava San Leone a Maddalena Spiaggia, la prima ferrovia realizzata in Sardegna, può essere recuperata e diventare una risorsa turistica di straordinarie potenzialità», concludono i Riformatori.
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