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Red 14 maggio 2021
Poli universitari penitenziari: la rete compie 3 anni
La Conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari, istituita dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane, raggiunge i tre anni di vita e la conclusione del mandato del primo consiglio nazionale, presieduto da Franco Prina, delegato per il Polo universitario penitenziario del rettore dell’Università di Torino
Poli universitari penitenziari: la rete compie 3 anni

SASSARI - La Conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari, istituita dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane, raggiunge i tre anni di vita e la conclusione del mandato del primo consiglio nazionale, presieduto da Franco Prina, delegato per il Polo universitario penitenziario del rettore dell’Università di Torino. Per sottolineare questa ricorrenza, la Cnupp ha organizzato nei giorni scorsi una conferenza on-òine dal titolo “Il diritto agli studi universitari in carcere: tre anni di esperienza della Cnup e prospettive”. Anche l’Università degli studi di Sassari, con i suoi sessanta studenti tra le carceri di Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio Pausania, aderisce alla Cnupp con il proprio polo universitario penitenziario e il delegato rettorale Emmanuele Farris.

La realtà dei Pup italiani, iniziata più di vent'anni fa a Torino e replicata, pur con differenze locali, in numerose altre sedi universitarie, coinvolge attualmente quasi quaranta Atenei che operano in oltre ottanta istituti penitenziari. Nell’Anno accademico in corso, sono 1.034 gli studenti detenuti iscritti, dei quali 109 (10,5percento) si trovano in regime di esecuzione penale esterna, 549 (53,1percento) scontano una pena in carcere in circuiti di media sicurezza, 355 (34,3percento) in alta sicurezza, e 21 (2,1percento) in regime 41bis. Le studentesse sono sessantaquattro, il 6,2percento del totale degli studenti. Nel primo triennio di vita della Cnupp, gli Atenei aderenti con studenti attivi sono passati da ventisette nel 2018-19 a trentadue nel 2020-21 (incremento del 18,5percento); gli Istituti penitenziari in cui operano i Pup da settanta a ottantadue (incremento del 17,1percento); il numero di studenti iscritti da 796 a 1034 (incremento 29,9percento). Tra questi dati, spicca il notevole incremento della componente femminile, che passa da ventotto studentesse nel 2018-19 alle sessantaquattro nel 2020-21, con un incremento del 128,6percento. Sono impegnati oggi 196 Dipartimenti universitari, che corrispondono al 37percento dei Dipartimenti presenti nei trentadue Atenei coinvolti. 896 sono gli studenti iscritti a corsi di laurea triennale (87percento), mentre 137 frequentano corsi di laurea magistrale (13percento). Le aree disciplinari più frequentate dagli studenti in regime di detenzione sono quella politico-sociale (25,4percento) seguita dall’area artistico-letteraria (18,6), area giuridica (15,1), area agronomico-ambientale (13,7), area psico-pedagogica (7,4), area storico-filosofica (7,3), area economica (6,5) e altre aree (6).

Le interazioni avviate tra la rete dei Poli universitari e il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, in particolare con la Direzione generale dei detenuti e del trattamento del Dap ha permesso di siglare nel settembre 2019 un protocollo d’intesa che definisce le modalità per il confronto permanente tra Cnupp e Dap. A breve saranno emanate delle linee guida condivise per regolamentare le attività di studio universitario all’interno degli istituti penitenziari italiani. La Cnupp è quindi un esempio di rete istituzionale (universitaria) e interistituzionale (nell’interazione con l’Amministrazione penitenziaria) promossa da Università pubbliche che ritengono doveroso onorare il proprio ruolo garantendo l’accesso e lo svolgimento degli studi universitari anche a persone private della libertà, che in questo modo esercitano un loro diritto costituzionale. Non solo gli atenei, ma anche singoli docenti, amministrativi e tutor svolgono la loro attività nell’ambito dei rispettivi ruoli istituzionali e della missione inclusiva che è propria delle Università. Obiettivi della Cnupp nel prossimo futuro sono quelli di migliorare la qualità della formazione delle persone detenute impegnate in percorsi di studio universitario anche attraverso modelli didattici innovativi. Percorsi sinergici con l’Amministrazione penitenziaria possono consentire di trasformare la detenzione da un tempo “sospeso” a un periodo fecondo per chi sconta la pena. La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese.



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