Red
21 maggio 2021
Alghero: MediterranEu tira le somme
Presentato il report conclusivo del progetto lanciato dall´associazione Rumundu e sostenuto Fondazione Terzo pilastro-Internazionale di Roma, dal Comune di Alghero e dalla Fondazione Alghero

ALGHERO. Nella “isola delle idee” germoglia una nuova visione di sviluppo, fondata sulla consapevolezza dei giovani di dover puntare su cooperazione, innovazione, impresa sociale e sostenibilità. L’hub del processo in atto è la Sardegna, dove l’associazione Rumundu ha insediato una Social innovation school e un'Academy per operare su due binari: aiutare i giovani sardi a immaginare nuovi modelli di crescita del territorio, facendo impresa e dialogando con una classe dirigente che sappia ascoltarne istanze, aspettative e progetti, muovendo i primi passi verso l'Isola in cui vogliono vivere domani; ospitare l’ultimo step formativo di giovani che, venendo da aree in conflitto a avendo sperimentato la cultura del dialogo e del confronto e aver maturato l’idea che la diversità sia un valore, dopo aver convissuto nello studentato internazionale dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace di Arezzo sono pronti a restituire al loro territorio i frutti dell’esperienza maturata, con iniziative che producano concrete opportunità di crescita delle comunità d’origine. Sostenuto dalla Fondazione Terzo pilastro-Internazionale di Roma, che nel Mediterraneo sperimenta processi di collaborazione culturale, sociale, formativa ed economica, dal Comune di Alghero e dalla Fondazione Alghero (che scommettono sul modello promosso da Rumundu e da Stefano Cucca, suo fondatore) il percorso si basa sulla capacità di guardare allo sviluppo locale come base di un processo da sviluppare in un ambito geografico, economico e culturale più ampio. A rafforzarlo è la partnership con Rondine, la cui missione è rivolta al dialogo, alla comprensione e alla cooperazione tra giovani che arrivano da territori in guerra. Insieme hanno dato vita a MediterranEu, incubatore di innovazione che supporta i giovani, insegnandogli a trasformare le idee in iniziative concrete e sostenibili.
Sono i giovani i protagonisti della sfida. Sono Davide Caria, studente algherese della prima edizione del progetto che oggi frequenta Ingegneria informatica a Torino, e i compagni alla scuola di innovazione sociale con cui ha piantato il seme di un progetto che oggi segue altrove un processo di incubazione d’impresa. Sono il maliano Georges Théodore Dougnon, ex studente di Rondine e allievo della prima edizione di MediterranEu, fondatore di “Educ4Peace”, e la serba Vesna Buljian, allieva del secondo ciclo e fondatrice di “My living story”. Sono Iris Cicuttini e gli altri studenti delle scuole di Alghero, che promuovono l’uso responsabile dei social, sperimentando “Tik tok” come veicolo di messaggi in favore di sostenibilità, riciclo e buone pratiche. «MediterranEu ci ha fornito la cassetta degli attrezzi» è la metafora di Caria, mentre Cicuttini parla di «un’esperienza stimolante, si cresce come studenti e come cittadini». Dougnon è consapevole di essere «lontano da risolvere i problemi e i conflitti del Mali, ma ognuno può contribuire», e Buljan racconta come «già a Rondine ho maturato l’idea che l’economia è uno strumento di pace». MediterranEu per i partner e le Istituzioni è oggi un modello. Per il viceministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde «è uno strumento per immaginare insieme il futuro». Per l’assessore regionale della Cooperazione, Alessandra Zedda «il coinvolgimento dei ragazzi è la stella polare di chi governa». Il sindaco di Alghero, Mario Conoci sottolinea come «ascoltiamo poco i giovani, ma loro più di noi hanno la visione del futuro». Per questo, «occorrono strategie e finalità nuove», dice l’assessore comunale del Turismo e della Cultura Marco Di Gangi. «La sfida affascinante è prendere atto di quanto i ragazzi stanno comunicando», aggiunge il presidente della Fondazione Alghero Andrea Delogu.
Per Diana Battaggia, head dell’Organizzazione delle Nazioni unite per lo sviluppo industriale, «i protagonisti di MediterranEu possono contribuire al raggiungimento dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite». Per Tommaso Murè, policy advisor della Presidenza del Consiglio dei ministri, «MediterranEu risponde al fondamentale requisito dell’interconnessione tra i pilastri dello sviluppo, ossia sostenibilità ambientale, economica e sociale». Giulia Parenti, youth delegate per l’Italia alle Nazioni unite, sottolinea che gli elementi del progetto siano centrali «nei 169 target dell’agenda 20/30 delle Nazioni unite». E Cucca ne è convinto: «Per dare ruolo alle nuove generazioni verso lo sviluppo sostenibile occorre fornirgli input e stimolarne la sensibilità». «Stiamo mettendo su una buona pratica, dove la dimensione globale non fa sentire limitata quella locale, ma ne potenzia la capacità», dichiara Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace. Per Massimiliano Longo, responsabile Istruzione e formazione della Fondazione Terzo pilastro-Internazionale «la doppia dimensione del progetto e l’entusiasmo dei giovani coinvolti confermano l’idea che MediterranEu sia una best practice da diffondere». Chiosa Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Terzo pilastro–Internazionale: «MediterranEu è un progetto eccezionalmente innovativo e strategico. Il percorso, che vede i giovanissimi partecipanti italiani implementare progetti utili per la società in chiave di sviluppo sostenibile, e i dieci ragazzi provenienti da Paesi in conflitto di Europa, Africa e Medio Oriente formati per costruire dei progetti “ad alto impatto di pace” e basso impatto ambientale nei luoghi di provenienza, è qualcosa che può fare la differenza e che, pertanto, vale assolutamente la pena replicare nell’intera area del Mediterraneo».
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