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10 ottobre 2021
Genoveffa e Gavino libere in mare dopo 25 anni
Le due tartarughe provenienti dall´acquario di Alghero libere nel mare di San Giovanni. A fare da madrina dell’evento, organizzato dal CReS tramite l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis Isola di Mal di Ventre, è stata la giornalista e conduttrice Licia Colò

ORISTANO - Da questa mattina quattro esemplari adulti di Caretta Caretta sono “finalmente in libertà”. A fare da madrina dell’evento, organizzato dal CReS tramite l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis Isola di Mal di Ventre, è stata la giornalista e conduttrice Licia Colò, da sempre in prima linea per la difesa della natura, che non è voluta mancare per la nobile causa. Alla presenza del Sindaco di Cabras Andrea Abis, dell’Assessora regionale all’Industria Anita Pili in rappresentanza dell’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, e sotto lo sguardo attento ed emozionato delle autorità, delle forze dell’ordine e degli operatori del CReS e dell’Amp che si sono occupate della custodia e della cura degli animali presso il Centro di Recupero, le quattro tartarughe, Genoveffa, Gavino, Elettra e Azzurra, sono state immerse nelle acque cristalline del Sinis.
Due di loro - Genoveffa e Gavino - arrivano da Alghero. Per ben 25 anni sono state in cattività, nell’acquario di Alghero, le altre due, da sempre in libertà, sono al Centro di recupero solo da qualche mese. La storia della liberazione di Genoveffa e Gavino inizia dieci anni fa, nel 2011, quando gli esemplari vennero trasferiti al Centro di Recupero del Sinis su disposizione dell’Autorità Giudiziaria del Tribunale di Sassari a causa delle loro precarie condizioni di salute. Dopo un breve rientro nell’acquario di Alghero, vennero nuovamente sequestrati nel 2013.
Furono i veterinari Paolo Briguglio e Monica Pais a prendersi cura degli animali nei locali del CReS, in attesa di un pronto recupero e della liberazione avvenuta oggi, a dieci anni dal sequestro. Grazie al lavoro di intermediazione tra il personale della clinica veterinaria e il Ministero della Transizione Ecologica eseguito dai Carabinieri Forestali, per l’acquisizione dei provvedimenti di dissequestro e di autorizzazione al rilascio, oggi le due tartarughe ormai trentacinquenni sono di nuovo libere. Su richiesta del Ministero della Transizione Ecologica e grazie a un progetto coordinato dal dott. Andrea De Lucia del CNR e cofinanziato dalla Regione Sardegna tramite la Rete regionale per la fauna Marina, gli esemplari saranno monitorati per un anno tramite un GPS satellitare che è stato posizionato sul carapace di ognuno di loro, per la verifica del comportamento degli animali che, pur avendo tutti e quattro età e caratteristiche simili, sono molto differenti a causa dell’habitat in cui hanno vissuto.
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