Messi in guardia tutti gli ordini professionali, dagli architetti agli ingegneri e agronomi. «La soppressione recherà enormi disagi»
SASSARI – Non si placano le proteste in seguito alla
soppressione della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Sassari ed il suo conseguente accorpamento a quella di Cagliari. La Sardegna, che vanta una delle maggiori estensioni territoriali, un patrimonio di beni culturali e paesaggistici ricco, vasto, complesso e di difficile raggiungibilità, sarà sede di soli 5 uffici dirigenziali (dei quali solo uno, la Soprintendenza Archeologica, con sede decisionale a Sassari), la Lombardia ne conterà 10, il Piemonte 6, la Puglia 7, il Veneto 9, la Liguria 6, l’Emilia Romagna 13, il Lazio16 e la Toscana 17. Regioni molto meno estese territorialmente della Sardegna hanno conservato due Soprintendenze ai beni Architettonici e Paesaggistici mentre si è quasi sempre optato per l’accorpamento delle Soprintendenze Archeologiche. Rispetto alla Calabria e alla Puglia, laddove si accorpano solo le Soprintendenze archeologiche (ed era questa la previsione anche per la Sardegna) ma si lasciano intatte le due Soprintendenze ai Beni Architettonici e Paesaggistici, la nostra Isola è vittima di vari accorpamenti: uno solo a vantaggio di Sassari mentre tutti gli altri Uffici ministeriali, compresa la nuova Soprintendenza storico-artistica, “scorrono” inevitabilmente verso Cagliari. Ciò significa che l’intero territorio del nord e centro Sardegna (Sassari, Olbia-Tempio, Nuoro, Ogliastra) avrà solo una sede dirigenziale periferica costituita dalla Soprintendenza Archeologica, mentre il Sud Sardegna (Cagliari, Oristano, Medio-Campidano, Sulcis) annovererà: la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, una Soprintendenza ai beni Architettonici e il Paesaggio che accorpa anche quella di Sassari, una Soprintendenza per il Patrimonio storico-artistico su base regionale, una Soprintendenza Archivistica su base regionale, un archivio di Stato su base regionale che accorpa tutti gli altri archivi. «L’irrazionalità di tale scelta è evidente e ha contraccolpi sull’intero territorio regionale – denunciano in una lettera indirizzata a tutti gli ordini professionali i dipendenti della Soprintendenza sassarese - ed è fantasioso ritenere che nulla cambi in termini di efficacia dell’azione amministrativa e cura concreta degli interessi pubblici: non può infatti negarsi l’incidenza della distribuzione degli Uffici Dirigenziali sulla gestione reale della tutela, di cui il potere decisionale costituisce ovvia espressione». «La scelta ministeriale pare ignorare che il nostro Ufficio svolge compiti di tutela che incidono fortemente sull’economia locale, con finanziamento e gestione diretta di interventi edilizi per centinaia di migliaia di euro ogni anno, controllo di cantieri e dell’attività edilizia nel campo della conservazione e del restauro, autorizzazione dei relativi progetti. L’accorpamento e lo spostamento a Cagliari – lamentano - crea rallentamento di un’azione di tutela già difficoltosa, aggravio dei procedimenti e rallentamento dei tempi per il rilascio di autorizzazioni, per le verifiche sul campo, ecc. con ricadute anche a livello economico su imprese e liberi professionisti». Lo stesso Ministero che intende, attraverso una rivisitazione del Codice Urbani, potenziare l’attività di tutela del paesaggio, compie proprio in Sardegna una scelta in direzione opposta, concludono, chiedendo a tutti nell’ambito delle rispettive competenze, la più attiva partecipazione alle iniziative volte alla modifica del provvedimento ministeriale.