S.A.
13:08
Appalti pubblici e Pnrr: imprese sarde quasi assenti
Tra il 2017 e il 2024 sono state aggiudicate in Sardegna 813 gare di importo superiore a 1 milione. La percentuale di gare aggiudicate ad imprese non sarde, che raggiungeva il 60% nel primo quadriennio, è salita al 63% nel periodo più recente

CAGLIARI - Appalti pubblici al tempo del PNRR : imprese sarde quasi assenti nel mercato dei lavori più importanti – meno del 20% della spesa “resta in casa”- Il report della CNA. Tra il 2017 e il 2024 sono state aggiudicate in Sardegna 813 gare di importo superiore a 1 milione: di cui 296 censite nel quadriennio 2017-2020 e 517 in quello successivo. La percentuale di gare aggiudicate ad imprese non sarde, che raggiungeva il 60% nel primo quadriennio, è salita al 63% nel periodo più recente. Sul fronte della spesa lo squilibrio a favore di imprese che arrivano dal continente o anche da fuori Italia è ancora più rilevante: 78% tra il 2017 e il 2020 e’83% nel quadriennio successivo. L’importo medio delle gare aggiudicate a imprese sarde, con riferimento ai soli lavori di importo superiore a un milione, è pari a 4,5 milioni, contro gli oltre 12 che in media riguardano i contratti assegnati a imprese provenienti da altre regioni.
Nei lavori aggiudicati a imprese sarde, mediamente più piccoli, le imprese e hanno praticato un ribasso medio di poco superiore al 20%, a fronte di una percentuale che supera di poco il 18% tra le imprese provenienti da alte regioni. Le imprese laziali hanno ottenuto il 23% delle aggiudicazioni a favore di imprese non sarde; seguono le campane e le siciliane con il 12,5%, mentre si collocano sotto il 10% le imprese lombarde. Queste ultime guidano, la classifica economica, risultando aggiudicatarie di oltre il 20% del valore complessivo dei bandi di gara di importo superiore a un milione affidati, tra il 2017 e il 2024, a imprese fuori regione; seguono le laziali con poco meno del 16%, e quelle localizzate in Emilia-Romagna, con meno del 10% del valore complessivo
Porcu e Mascia (CNA): Urgente una politica industriale per il settore che orienti il modello dell’offerta verso forme più strutturate che assecondino e favoriscano il processo di modernizzazione del tessuto produttivo isolano, attraverso l’istituzione e l’utilizzo di strumenti che incentivino le aggregazioni, premino la formazione, l’innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione dei soggetti imprenditoriali. Sono le imprese non sarde ad aggiudicarsi ancora gli appalti più sostanziosi in Sardegna. Nel periodo tra il 2020 e il 2024 il 63% delle gare di importo superiore a 1 milione è stato appannaggio di imprese del Continente o anche non italiane. Sul fronte della spesa, lo squilibrio a favore di imprese non sarde è ancora più rilevante arrivando addirittura all’83%.
È quanto attesta l’ultimo report della Cna Sardegna che analizza le gare aggiudicate tra il 2017 e il 2024, per lavori di importo superiore a un milione che riguardano il territorio regionale. In base alla ricerca, l’importo medio delle gare aggiudicate a imprese sarde, nel campione in osservazione riferito ai soli lavori di importo superiore a un milione, è pari a 4,5 milioni, contro gli oltre 12 che in media riguardano i contratti assegnati a imprese provenienti da altre regioni. Quanto agli sconti praticati dalle imprese, la ricerca attesta che nei lavori aggiudicati a imprese sarde (mediamente più piccoli), le imprese aggiudicatarie hanno praticato un ribasso medio di poco superiore al 20%, a fronte di una percentuale che supera di poco il 18% tra le imprese provenienti da altre regioni, impegnate quindi in lavori di importo più rilevante.
«Quello che emerge dal nostro report – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni - è una maggiore presenza di imprese extra regionali nel mercato dei lavori più grandi e una concorrenza, nell’ambito del mercato appannaggio delle imprese sarde, più rigida, come indica una percentuale media di ribasso più alta rispetto a quella praticata dai competitors nazionali ed esteri, che si aggiudicano progetti economicamente più importanti. Come in passato il rischio – continuano Porcu e Mascia - è quello di attraversare periodi congiunturali favorevoli, (PNRR) contrassegnati da un’elevata mole di investimenti, che però non producono un consolidamento del tessuto produttivo isolano che continuerà a conservare gli elementi di debolezza strutturale conosciuti da tempo. È urgente - concludono i vertici di CNA Costruzioni – una politica industriale per il settore che orienti il modello dell’offerta verso forme più strutturate che assecondino e favoriscano il tessuto produttivo isolano, attraverso l’istituzione e l’utilizzo di strumenti che incentivino le aggregazioni, premino la formazione, l’innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione dei soggetti imprenditoriali».
In un mercato regionale dei lavori pubblici che in questi anni sta attraversando una importante fase espansiva, sostenendo le prospettive di investimenti settoriali in crescita fino al 2024 e su livelli sostenuti di spesa anche nel 2025, è importante fare alcune valutazioni sull’impatto che questa onda crescente ha sulle imprese locali. A tal fine il Centro studi della Cna Sardegna ha monitorato le gare aggiudicate tra il 2017 e il 2024, per lavori di importo superiore a un milione che riguardano il territorio regionale. Sono state eliminate le aggiudicazioni di gare per lavori che riguardano, oltre la regione, altri territori. Gli otto anni sono stati divisi in due quadrienni, al fine di evidenziare, ove possibile, comportamenti significativamente differenti. Complessivamente, si tratta di 813 aggiudicazioni di gare di importo superiore a 1 milione, di cui 296 censite nel quadriennio 2017-2020 e 517 in quello successivo.
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