S.A.
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Il 23,4% delle imprese sarde usa l’IA
Il 23,4% delle imprese sarde con dipendenti usa l’IA per migliorare processi e prodotti: 5mila imprese di cui quasi 1.200 artigiane. Sardegna terza nella classifica nazionale

SASSARI - Il 23,4% delle imprese sarde con addetti utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare i processi aziendali, realizzare prodotti migliori prodotti e offrire servizi più adeguati quindi per sicurezza informatica, relazioni con clienti e fornitori, videosorveglianza, elaborazione immagini, gestione robot, analisi dati e sistemi previsionali, automazione di processo e trattamento linguaggio
macchina.Delle 4.967 realtà che sfruttano questa nuova tecnologia, 1.161 sono artigiane con dipendenti. In percentuale, l’Isola si piazza al terzo posto assoluto in Italia: prime le Marche con il 27,5%, seguite dal Veneto con il 23,4% contro una media nazionale 19,3%. E’ questo ciò che emerge dallo studio “I pionieri dell’IA” realizzato dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che ha analizzato i dati di UnionCamere, Ministero del Lavoro, Sistema Excelsior e Istat. Come detto, lo studio evidenzia inoltre che le applicazioni più diffuse nelle MPI artigiane riguardano la gestione
economico-finanziaria (46%), il marketing e l’e-commerce (34,8%) seguite a distanza da gestione dei clienti con il 18,8%, gestione dei servizi e della produzione con il 18,5% e la sicurezza informatica
(18,3%).
I settori maggiormente interessati sono le attività di servizi, le costruzioni, il manifatturiero, il trasporto e magazzinaggio; a seguire i servizi alle imprese, la gestione di rifiuti e acqua, alloggio e ristorazione, informazione e comunicazione. «Questi dati dimostrano come il tessuto imprenditoriale sardo non sia solo reattivo, ma anche coraggioso nell’innovare – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – un segnale che parla di futuro, innovazione e capacità di adattamento del nostro saper fare. La cosiddetta “intelligenza artigiana” – continua Meloni - si rivela un fattore strategico per affrontare la transizione digitale, senza perdere l’anima del nostro lavoro: creatività, manualità e legame con il territorio». A livello territoriale, nella provincia Sassari-Gallura 1.751 imprese utilizzano l’intelligenza artificiale, di cui 430 sono artigiane (24.6%), nella provincia di Cagliari 1.494 imprese di cui 247 artigiane (il 16,5%), nel Sud Sardegna su 750 realtà 214 sono artigiane (28,5%), a Nuoro su 585 attività ben 173 artigiane (29,6) e Oristano con 387 imprese di cui 97 artigiane (25,1%). L’analisi, al contrario, dimostra anche come rimanga alta la quota di imprese che dichiara di non sapere come introdurre l’IA nei propri processi: ben il 69,5%.
“Una lacuna che come Organizzazione Artigiana stiamo già affrontando con iniziative di formazione – aggiunge il Presidente – il nostro compito, infatti, è quello di accompagnare le imprese affinché non restino indietro. L’IA non sostituisce l’uomo, lo potenzia: la sfida è saperla governare”. Dall’analisi emerge anche che le imprese sarde hanno previsto l’entrata di quasi 18mila lavoratori con elevate competenze digitali avanzate pari al 11,2% del totale delle entrate annuali. Di questi, circa 9.500 addetti sono difficili da trovare, con una percentuale equivalente del 52,7%. Confartigianato Sardegna ha voluto anche indagare sulle motivazioni che portano ancora troppe realtà a non usare tecnologie legate all’IA. Dall’analisi dell’Ufficio Studi emerge infatti come il 69,9% delle imprese (7 su 10) non sappia come introdurre soluzioni di IA nei processi produttivi o di servizio mentre il 15,6% pensa che il proprio business aziendale non possa beneficiare dell’uso delle tecnologie legate all’IA.
«I dati ci dicono che si deve agire su due fronti – aggiunge Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – il primo è sicuramente la formazione attraverso un maggior impegno in fase di orientamento e dei rapporti con le istituzioni formative per arrivare ad avere figure e competenze adeguate alle necessità delle imprese, campo sul quale da tempo”. “In ogni caso emerge la necessità di aumentare le conoscenze delle imprese sulle applicazioni dell’IA – conclude Serra - con investimenti mirati in informazione e formazione».
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