100 ettari di paradiso gravati da servitù militare. Riprendono le attività nella base militare di Pogliana ma rispetto al passato è ancora consentito stazionare con le barche a ridosso della zona militare
ALGHERO - Nonostante le rivendicazioni del Governatore Renato Soru che conferma la politica di riduzione della presenza militare nell'isola, la base algherese di Poglina non si tocca. Non compare mai tra le basi di futuro smantellamento e rimane sempre avvolta nel mistero. Dopo essere passata alla storia come base degli ex gladiatori, pare che siano perfino riprese le operazioni di addestramento degli agenti ex Sismi.
Nel novembre dello scorso anno, infatti, erano ripresi i movimenti di forze speciali in operazioni di addestramento subacquee. Nel centro del Raggruppamento unità difesa, erano stati giorni di frenetica attività addestrativa, con lo spazio acqueo interdetto alla navigazione.
Niente da fare per il presidente Soru, che aveva inserito la base nel folto carteggio di rivendicazioni sulle servitù militari della Sardegna. «È intoccabile, è nostra», sarebbero state le risposte giunte dai corridoi di Palazzo Chigi. Oltre 100 ettari fronte mare sulla splendida strada che collega la città catalana a Bosa. Un paradiso terrestre, disturbato solo dalle urla dei gabbiani e il rumore del mare.
Eppure già nel 1998, la bozza del vecchio Piano Urbanistico resentata alla cittadinanza inseriva l'area tra quelle di grande interesse naturalistico e geologico, ipotizzando la realizzazione di un Parco Geo mineralogico. Si prevedevano interventi volti alla valorizzazione del patrimonio naturalistico e ambientale e la riqualificazione degli immobili esistenti a fini alberghiero e ricettivi.
Nella foto la base di Poglina, zona militare a sud di Alghero