Piccola pesca fermata dal 22 settembre al 5 novembre. I pescatori del Nord Sardegna scrivono alla Regione
ALGHERO - Contro le buone ragioni e la volontà dei pescatori associati nel Comitato Pescatori Nord Sardegna, la Regione ancora una volta ha preso la decisione di fermare la piccola pesca per 45 giorni a partire dal prossimo 22 di settembre.
Con una lettera inviata al Presidente della regione Soru, all’assessore all’Agricoltura Foddis, il Comitato che rappresenta la piccola pesca delle marinerie di Alghero, Porto Torres, Castelsardo, S.Teresa di Gallura e Bosa aveva illustrato i motivi per cui il Fermo Biologico non doveva essere attuato. Tra tutti le pessime condizioni metereologiche medie dall’inizio dell’anno che di fatto hanno prodotto un fermo biologico naturale consentendo un’operatività di soli 70 giorni da gennaio a luglio.
«Poiché nessuna azienda è in grado di sopravvivere con una produttività così bassa, una decisione di ulteriore fermo può soltanto aggravare una situazione che è gia al limite della sopravvivenza –afferma Giovanni Delrio- e i 35 euro al giorno previsti come risarcimento per ogni marinaio imbarcato non sono in grado di coprire i costi fissi che una vera attività di pesca in mare comporta. A questo si aggiunga che molti pescatori non hanno ancora percepito il risarcimento dovuto per il fermo biologico dell’anno 2006».
I pescatori del Nord Sardegna sono convinti che questa scelta sia influenzata dal potere politico delle cooperative operanti nelle acque interne degli stagni dell’oristanese e del cagliaritano che svolgendo attività di allevamento, da un fermo biologico traggono doppio profitto senza i costi e i rischi tipici della pesca a mare.
Il Comitato auspica dunque per il futuro una separazione ben distinta delle attività della pesca interna e della pesca a mare in modo che le decisioni vengano assunte in modo appropriato. Se poi in ogni caso dovesse essere attuato un fermo biologico, secondo loro, sarebbe ragionevole non risarcire gli operatori degli stagni e, per i pescatori del mare, i risarcimenti andrebbero commisurati al reddito fiscalmente dichiarato: «questo consentirebbe –conclude Del Rio- di distribuire a chi effettivamente lavora un rimborso adeguato».
Nella foto Giovanni Delrio