S.A.
14:47
Più siti acquacoltura con il nuovo Piano
L’obiettivo del Piano è quello di favorire lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura incrementando il potenziale dei siti esistenti e crearne di nuovi, contribuendo a incrementare la produzione ittica regionale e supportare e gli investimenti nel settore, grazie a una regolamentazione trasparente, strategica e coordinata con gli altri strumenti di pianificazione regionale

CAGLIARI - La Giunta regionale dà il via libera all’adozione preliminare del Piano regionale per le zone allocate per l’acquacoltura a mare e per l’acquacoltura nelle acque interne (AZA). Un passo importante per il comparto della pesca e in particolare dell’acquacoltura dell’isola, a cui seguiranno il Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) - che vedranno il coinvolgimento e i contributi degli stakeholders - necessari per la futura approvazione del Piano in questione. «Con l’adozione preliminare del Piano AZA, la Sardegna compie un passo significativo - evidenzia l’assessore dell’Agricoltura Gian Franco Satta - dotandosi uno strumento di pianificazione così avanzato per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura».
Il piano, che diventerà un importante strumento di pianificazione regionale del settore, è il risultato di un lavoro multidisciplinare ad alta specializzazione che ha visto il contributo di enti nazionali di ricerca e di esperti di rilievo internazionale che collaborano con la FAO e la General Fisheries Commission for the Mediterranean (GFCM). Gli studi e la predisposizione del piano sono stati realizzati dalla Fondazione International Marine Center (IMC), per il tramite di Sardegna Ricerche, sotto la supervisione del Servizio Pesca e acquacoltura dell’Assessorato dell’Agricoltura. Lo schema di Piano AZA è stato già oggetto di numerose presentazioni e momenti di confronto tecnico-scientifico in ambito internazionale, ed è stato discusso come modello di riferimento per la pianificazione dell’acquacoltura sostenibile nel Mediterraneo.
L’obiettivo del Piano è quello di favorire lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura incrementando il potenziale dei siti esistenti e crearne di nuovi, contribuendo a incrementare la produzione ittica regionale e supportare e gli investimenti nel settore, grazie a una regolamentazione trasparente, strategica e coordinata con gli altri strumenti di pianificazione regionale. Lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura è infatti uno dei principali obiettivi della politica europea della pesca e un fattore importante della strategia per l’economia blu, la sicurezza alimentare e per il contrasto ai cambiamenti climatici. Per questi motivi il FEAMP (lo strumento finanziario dell'Unione Europea per i settori della pesca e dell'acquacoltura) ha previsto l’attuazione di una specifica misura per aumentare il potenziale dei siti di acquacoltura.
La Sardegna presenta una naturale vocazione per l’acquacoltura essendo caratterizzata da una notevole estensione della costa (circa 1850 Km) e dalla presenza di numerosi ambienti umidi (circa 60 stagni e lagune per un’estensione di circa 15.000 ha). Nonostante occupi una posizione di rilievo a livello nazionale in questo settore, l’isola non ha però sfruttato a pieno le sue potenzialità in termini di sviluppo dell’acquacoltura in ambiente marino, lagunare e lacustre. Per la redazione del Piano AZA sono stati applicati modelli scientifici innovativi che hanno permesso la costruzione di un base conoscitiva preziosa per la definizione delle future strategie del settore: attraverso una dettagliata mappatura delle aree marine e interne adatte all’esercizio dell’acquacoltura, sarà possibile costruire insieme ai territori e agli operatori del settore politiche regionali innovative e strategiche supportate dalle migliori conoscenze acquisite oggi dalla Regione Sardegna.
Le AZA sono aree geograficamente definite in cui sono consentite, o limitate, le attività di acquacoltura. Il Piano individua 63 AZA in mare, 26 AZA nelle lagune costiere e 5 AZA nei laghi. Nel Piano ogni AZA è catalogata e dettagliatamente descritta: ciò consentirà di diminuire i tempi medi di rilascio delle autorizzazioni per l’acquacoltura (dagli attuali 24 mesi, a 6 mesi) e consentirà agli operatori del settore una più agevole individuazione e conoscenza del grado di vocazionalità delle aree di interesse, utile a pianificare la propria attività imprenditoriale. Il processo di identificazione dei siti AZA è stato rivolto a garantire che i futuri allevamenti siano situati in aree con caratteristiche ambientali adeguate a supportare le attività produttive, a minimizzare i potenziali impatti ambientali e a diversificare la produzione in un’ottica di creazione di nuove opportunità di lavoro lungo tutta la filiera, dalla produzione alla trasformazione e commercializzazione.
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