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Sergio Ortu 18 maggio 2004
Punta Negra, con la ruspa per riprendersi la sabbia dal mare
Un’operazione di ripascimento certamente poco conforme ai dettami della letteratura scientifica e ai manuali di geomorfologia marina e dinamica dei litorali. C´è chi grida allo scandalo!
Punta Negra, con la ruspa per riprendersi la sabbia dal mare

Un ripascimento davvero singolare quello in atto sulla spiaggia di Punta Negra. L’eccezionale libecciata delle scorse settimane ha letteralmente cancellato il sottile e debole strato di sabbia che era presente sulla spiaggia regalando decine di tonnellate di alghe. Che fare per salvare la stagione? Potrebbe essere questo l’interrogativo più scontato che ha animato gli autori dell’operazione di ricostruzione della spiaggia. Ecco la soluzione: riprendersi la sabbia da chi se la portata via cioè il mare. E’ stato così che davanti ad un discreto numero di spettatori indignati tra cui residenti di Fertilia, semplici passanti e turisti, ieri mattina(sabato) una ruspa arancione si è trasformata in mezzo anfibio calandosi in acqua per prelevare bennate di sabbia. Comprensibile lo stato d’animo degli spettatori: ”Chi ha dato simili autorizzazioni - commenta un irritato residente della zona - dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza. Stiamo devastando il bene più grande che abbiamo: le coste. Non si è mai vista una ruspa in mezzo al mare che preleva sabbia a suo piacimento. Dove l’autorità marittima?”. Un’operazione di ripascimento certamente poco conforme ai dettami della letteratura scientifica e ai manuali di geomorfologia marina e dinamica dei litorali. Se a ciò poi si aggiunge un parziale sbancamento della scogliera(del mesozoico) venuta fuori in seguito alla scomparsa della sabbia, potremo dire che nella costa di punta Negra è in atto una vera opera di devastazione antropica. Certo, la spiaggia è necessario ripristinarla a tutti i costi per salvare la stagione turistica e balneare, ma il modo utilizzato forse risulta troppo poco ambientalista anzi di sicuro impatto devastatore nei confronti di un tratto di costa già barbaramente provato. Non si è mai vista infatti un’operazione di prelievo di sabbia con le ruspe in mare. Allo stato attuale non si sa chi possa aver autorizzato una simile operazione, ma è chiaro che non esista alcun progetto geologico e tanto meno nulla osta dagli enti istituzionali preposti. Altro problema che verrà poi a galla è che in questo modo la profondità del fondale prossimale alla costa aumenterà. Un dislivello creato artificialmente che potrebbe costituire un vero pericolo per gli stessi bagnanti. Insomma vale sempre l’antico detto masochista : quando abbiamo tempo facciamoci del male. Superfluo poi denunciare che i marosi hanno devastato la scogliera creando vistose precarietà alla struttura alberghiera. In fondo è solo merito dell’uomo se ora le correnti sono mutate. Per cui ora occorrono studi geomorfologici marini veramente seri e sarebbe auspicabile che amministrazioni locali e regionali prendessero in seria considerazione il problema predisponendo progetti scientifici di spessore coinvolgendo i maggiori esperti del settore . Solo così si sarà in grado di fronteggiare l’erosione dei litorali ed impedire che la principale fonte di reddito della Sardegna rischi di scomparire. Sarebbe inoltre auspicabile un maggiore controllo di comune e autorità marittime sulle coste. E’ assolutamente fuori da ogni logica che qualcuno si alzi la mattina e predisponga interventi sulla costa a proprio piacimento.



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