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Sara Alivesi 30 settembre 2008
«Quarté Sayàl recupera il passato per proiettarsi al futuro»
«Questa è una grande opportunità per il turismo congressuale della nostra città che vive e si apre al futuro» dichiara un emozionato Aurelio Ferroni
«Quarté Sayàl recupera il passato per proiettarsi al futuro»

ALGHERO - Aprono le porte del nuovo “Quarté Sayàl”. La struttura sulla via Garibaldi, è stato un monastero di cappuccini per circa 150 anni e, in anni più recenti, sede della Sella & Mosca, per oltre 70. L’origine del nome è da ricercarsi nella lingua algherese e catalana: “quarter” è il quartiere; “sayàl” si riferisce al saio dei cappuccini.

La struttura si sviluppa su due corpi principali: la villa dei primi del ‘900, al piano terreno, che diventerà uno spazio di 1000 mq da destinarsi alle attività commerciali. Mentre al piano superiore, si trovano le eleganti suite di diverse metrature e l’ampia sala convegni.

«Questa è una grande opportunità per il turismo congressuale della nostra città che vive e si apre al futuro» dichiara un emozionato Aurelio Ferroni, la cui famiglia ha acquistato l’ex monastero nel 1974, riportandolo a nuova vita dopo un lungo e ricercato restauro durato 4 anni.

All’inaugurazione del “Quarté Sayàl” sono intervenuti, oltre la famiglia Ferroni, il sindaco di Alghero Marco Tedde, gli architetti Daniela Scudino e Luciano Bebbere, responsabili della ristrutturazione e Don Nughes, che ha raccontato le origini e la storia della struttura.

L’apertura del Quarté è stata anche l’occasione per ospitatare in anteprima la mostra fotografica internazionale “menotrentuno”, curata da Salvatore Ligios, con i fotografi Elin Berge e Fabrizio Nacciareti.

Una nuova sfida, dunque, per la famiglia di imprenditori algheresi ma, soprattutto, la possibilità per la città di sviluppare percorsi culturali, turistici e commerciali in uno spazio «che recupera il passato per proiettarsi verso il futuro».


Nella foto il “Quarté Sayàl”
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