Red
23 ottobre 2008
Caos scuola, Berlusconi col manganello
Scioperi, autogestioni, banchetti, cortei e proteste in scuole e atenei di tutta Italia. Anche i Rettori contro il Governo. Per il Premier ritorna l´incubo "Sinistra". Interviene Napolitano che chiede un confronto

ROMA - Scioperi, banchetti, cortei e proteste in scuole e atenei di tutta Italia. Anche i Rettori contro il Governo. La maggior parte delle scuole pubbliche sono in piena agitazione contro il decreto Gelmini: in queste ore migliaia di studenti si stanno autogestendo, con attività didattiche alternative di carattere culturale e con il sostegno, in molti casi, dei professori.
Mentre in tutta Italia continuano le proteste contro i tagli del governo all'Istruzione, che colpiscono molte classi indiscriminatamente (senza considerare l'aumento esponenziale dei precari), Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, annuncia la linea dura contro l'occupazione di scuole e università e la convocazione del ministro Maroni per dargli «istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere».
La realtà che conosciamo in questi giorni e in queste ore, ha spiegato il presidente del Consiglio difendendo a spada tratta la riforma Gelmini, è una realtà di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano. «Quindi non consentirò l'occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione né un'applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato».
Da parte sua Mariastella Gelmini ha lanciato un appello alla moderazione «affinché si abbassino i toni, perché qualcuno cerca strumentalmente lo scontro di piazza». «La protesta di questi ultimi giorni - insiste - è una protesta politica, che ha come obiettivo la lotta al governo Berlusconi, con la regia della sinistra e dei centri sociali». Il ministro se la prende anche con l'informazione: «I mass media danno moltissimo spazio a proteste che coinvolgono qualche migliaio di persone, mentre ci sono decine di migliaia di ragazzi che continuano a studiare da casa e a frequentare i corsi».
Nel tardo pomeriggio è arrivata la replica di Walter Veltroni, nel corso di una conferenza stampa. Le dichiarazioni non misurate di Berlusconi «rischiano di accendere una situazione di conflitto - ha avvertito il segretario del Pd - Il presidente del Consiglio soffia sul fuoco e questa è una cosa che un premier non deve fare». Berlusconi si assume «la grave responsabilità di trasformare una questione sociale in un problema di ordine pubblico. Berlusconi vuole usare polizia e carabinieri per risolvere un problema che la politica deve risolvere», ha ammonito il leader democratico auspicando una smentita del Cavaliere.
Le parole pronunciate da Berlusconi sono di disprezzo verso gli studenti: Stefano Vitale dell'Unione degli studenti di Roma critica così i commenti fatti dal premier alle manifestazioni di protesta che si stanno tenendo in questi giorni nelle scuole e nelle università italiane contro la riforma Gelmini.
Si apra un confronto in sede parlamentare per meglio distribuire e definire i tagli «ritenuti complessivamente indispensabili della spesa pubblica tra i ministeri e i vari programmi, valutando attentamente l'esigenza di salvaguardare livelli adeguati di spesa per la ricerca e la formazione». E' quanto chiede il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che, rispondendo a una lettera ricevuta da una rappresentanza di studenti, dottorandi e ricercatori, invita a non esasperare le contrapposizioni e chiede agli stessi studenti e docenti di formulare le loro proposte.
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