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Red
18 dicembre 2008
I tesori di Santa Caterina
Il 20 dicembre alle ore 11, grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, il Fondo per l’ambiente italiano presenta un itinerario artistico

SASSARI - Il “Natale del Fai” ha in serbo un dono prezioso per tutti i sassaresi che amano conoscere la storia e le antiche tradizioni della loro città. Il 20 dicembre alle ore 11, grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, il Fondo per l’ambiente italiano (delegazione di Sassari) presenta “I tesori rivelati di Santa Caterina”, un itinerario artistico che si svolgerà nella chiesa cittadina e condurrà attraverso le meraviglie artistiche e architettoniche dell’antico edificio.
Costruita tra il 1580 e il 1607 Santa Caterina è un autentico scrigno che custodisce da secoli, nel centro storico della città, gioielli architettonici e preziose opere d’arte che solo in pochi conoscono. Proprio per rendere più fruibili, a tutti i visitatori questi tesori che fanno parte del patrimonio di tutti i sassaresi il Fai ha realizzato, con l’autorizzazione della Soprintendenza, delle didascalie illustrative che saranno installate su appositi leggii metallici all’interno della chiesa e lasciate stabilmente nella struttura. Tutti i “segreti” di Santa Caterina, contenuti nel lavoro appena ultimato, saranno svelati al pubblico nel corso dell’incontro al quale interverranno L’Arcivescovo dell’Arcidiocesi Turritana Mons.
Paolo Atzei, Il Sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, il Presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Arru e la Responsabile della Delegazione del Fai di Sassari Maria Grazia Piras. Ad illustrare le vicende storiche legate alla chiesa e ricostruire l’iconografia religiosa dei dipinti saranno: lo storico dell’arte Mario Matteo Tola, Bruno Billeci e Daniela Scudino della Soprintendenza per i Beni Architettonici. Il viaggio a ritroso nel tempo partirà dalla preziosa facciata della chiesa, unico esempio di architettura religiosa tardo rinascimentale in città, per poi esplorare l’interno di Santa Caterina, che conserva molti arredi che risalgono al periodo della sua costruzione.
Tra questi di gran pregio i dipinti seicenteschi, che raccontano scene della vita di Gesù ed erano un tempo inseriti nel grande retablo ligneo, che sino ai primi del XIX secolo fungeva da altare maggiore. Nelle cronache dell’epoca si legge che i numerosi pittori che si dedicarono agli arredi della chiesa furono coordinati da Johan Bilevelt, frate gesuita di origine fiamminga definito il “pittore di casa”, che fu ospite della Casa di Sassari fino al XVII secolo. Certamente al Bilevelt si può attribuire la tela dell’altare del transetto destro una bella “incoronazione della vergine” dove appare sullo sfondo la Fontana del Rosello.
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