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A.B. 5 marzo 2009
Acquacoltura: Coldiretti chiama Cappellacci
«Salviamo le orate e le spigole sarde», questo l’appello in soccorso del comparto isolano gravemente colpito dalle mareggiate
Acquacoltura: Coldiretti chiama Cappellacci

ALGHERO - La crisi dell’agricoltura sarda arriva anche in mare. Ed ora, “Coldiretti Sassari” chiede direttamente l’intervento di Cappellacci. Lo fa a proposito del dramma vissuto in questi mesi da parte delle aziende del comparto dell’acquacoltura che rischia il tracollo per le pesanti conseguenze dovute alle eccezionali mareggiate di questo inverno che hanno gravemente danneggiato gli impianti di allevamento posti lungo le coste di Alghero e di tutta l’Isola.

«Nonostante il solerte lavoro di censimento dei danni effettuato da “Argea” e che ha portato alla certificazione dell’evento calamitoso – spiega Pietro Greco, direttore di Coldiretti Sassari – le trenta aziende che operano in Sardegna nel comparto della pesca e dell’acquacoltura sono oggi in ginocchio e l’erogazione degli indennizzi dovuti appare oggi ancora molto lontana per la mancanza delle somme necessarie alla copertura dei danni. Occorrono – aggiunge - alcune modifiche normative che consentano l’invio di acconti e la possibilità di prevedere un intervento d’urgenza, necessario per tamponare la grave situazione derivata dalla perdita di grosse quantità di prodotto vendibile».

Le aziende di acquacoltura, che grazie alla “Legge di orientamento”, sono considerate a tutti gli effetti imprese agricole, prevedono l’allevamento soprattutto di orate e spigole, in gabbie in mare aperto dove si compiono cicli di produzione lunghissimi: per orate fra i trecento ed i trecentocinquanta grammi, occorrono fra i sedici ed i diciotto mesi, mentre per le spigole di taglia commerciale di quattrocentocinquanta-cinquecento grammi servono anche due anni e mezzo per poter vendere il prodotto.

«Appare evidente – ribadisce Greco– che gli investimenti in spese fisse mensili sono molto rilevanti, specie per l’acquisto di mangimi e per l’elevato costo dei giovani esemplari da immettere in gabbia. Se il prodotto non finisce nei banconi di vendita, le aziende rischiano il tracollo a causa di scadenze e creditori».

Sono ormai passati tre mesi dalle mareggiate, ma Coldiretti Sassari nell’imminenza della nomina della nuova Giunta Regionale, chiede al presidente Ugo Cappellacci in primis, ed al futuro assessore all’Agricoltura, di voler assumere nell’immediato ogni possibile iniziativa volta a scongiurare la rovina di un settore che riveste indubbiamente un’importanza strategica nel comparto delle produzioni ittiche sarde, a fronte del reperimento di somme peraltro modeste ma vitali.



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