Il Comitato Nord Sardegna ha riunito, per la prima volta, tutti i pescatori di aragosta. Fermo Biologico e Normative per la pesca i temi affrontati
ALGHERO - Venerdì 27 il Comitato Pescatori Nord Sardegna, che rappresenta le marinerie di Bosa, Alghero, Porto Torres, Castelsardo e Santa Teresa di Gallura ha finalmente incontrato la Regione. Nella sala dell’ex Seminario erano presenti due dei tre rappresentanti locali in Consiglio Regionale, Pietrino Fois dei Riformisti e Carlo Sechi di Rifondazione Comunista. Mario Bruno, purtroppo, per motivi istituzionali non ce l’ha fatta, ma in sala si è visto Luigi Lotto del Pd, molto conosciuto ad Alghero, anche lui in veste di Consigliere Regionale. Presente anche il presidente del consiglio Antonello Muroni e l'assessore algherese Langella.
Non ha fatto la sua comparsa neanche il sindaco Marco Tedde (impegnato a Roma per la costituzione del Pdl) né il Presidente della Regione Ugo Cappellacci, mentre l’Assessore Regionale all’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale competente per il settore Pesca Andrea Prato, pur risultando assente, ha inviato al Comitato un fax con il quale ha affermato che il tema del Fermo Biologico sarà all’ordine del giorno il 2 aprile in Assessorato. Un segnale positivo, accolto però con moderata gioia dai presenti.
L’incontro è stato aperto da Giovanni Delrio, presidente del Comitato Pescatori Nord Sardegna, che ha ricordato la nascita dello stesso comitato nel gennaio del 2007, quando erano poche decine le barche coinvolte. Ad oggi il consorzio rappresenta, invece, 400 barche per la piccola pesca. Una fetta considerevole della flotta di pescatori sardi. I temi all’ordine del giorno sono sempre gli stessi: Fermo Biologico e Pesca all’aragosta.
Delrio afferma che le piccole imprese sono ormai al collasso a causa dell’impossibilità di lavorare dovuta sia al Fermo che ai danni alle attrezzature, mai risarciti dalla Regione, causati dal mal tempo di questo inverno. Il Comitato chiede di spostare l’inizio del Fermo Biologico a novembre e che abbia durata di soli 30 giorni. I pescatori sardi non sono tutelati, continua Delrio, come quelli siciliani, i quali oltre ai 1500 euro per il mese di inattività percepiscono anche un premio in base al tonnellaggio della propria imbarcazione.
Altro punto, la pesca all’aragosta. Il divieto di pesca del crostaceo che và dal 1° settembre al 28 febbraio non è più tollerabile, afferma Delrio. Si torni alla normativa nazionale che prevede 3 mesi d’interdizione e non i 6 mesi che i pescatori d’aragosta sardi devono subire. In più, conclude Delrio, si chiede una deroga alla comunità europea per quanto concerne le taglie minime delle aragoste, i 9 cm al carapace che si pretendono oggi sono impossibili da rispettare.
Sono poi intervenuti i vari ospiti. Pietrino Fois ha dichiarato che contatterà personalmente l’Assessore Regionale competente per avviare un tavolo operativo nelle prossime ore. Un impegno concreto che si spera venga onorato. L’intervento, poi, del Presidente della Provincia Alessandra Giudici che ha descritto la pesca come binomio inscindibile di cultura ed economia, anche lei si è impegnata a stilare un documento formale della Provincia che verrà portato alla Regione.
Infine hanno preso la parola i diretti interessati, i pescatori. La loro rabbia era tangibile. Il rappresentante pescatori di Santa Teresa di Gallura, Antonio Mura, si è scagliato nel suo discorso contro le forze dell’ordine «Siamo considerati terroristi, basta con questi controlli asfissianti della Guardia Costiera e della Forestale. Abbiamo gli incubi. La pezzatura delle aragoste in Sardegna è minore, le regole devono cambiare».