Sciopero nella giornata di giovedì nel grande cantiere del nuovo ospedale di Bergamo Giovanni XXIII. Le sigle sindacali hanno promosso una sottoscrizione volontaria, La somma raccolta sarà devoluta alla famiglia di Mario Soggiu
BERGAMO - Sciopero nella giornata di giovedì nel grande cantiere del nuovo ospedale di Bergamo Giovanni XXIII, dove mercoledì pomeriggio ha perso la vita l'algherese
Mario Soggiu, il lavoratore metalmeccanico di 56 anni, precipitato da una scala poco illuminata in una delle torri in costruzione.
La decisione di incrociare le braccia è stata presa ieri mattina al termine di un’assemblea sindacale che si è svolta in cantiere alla presenza di circa 120 operai e dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, che sono tornati a chiedere, anche con l’astensione dal lavoro, più controlli e un rafforzamento delle misure di sicurezza.
«Il lavoratore è deceduto per le conseguenze di una caduta da una scala non protetta e il cui accesso non era stato bloccato - scrive la segreteria sindacale della Fiom Cgil - la morte del lavoratore è ancora una volta da attribuire alla mancata applicazione delle norme in materia di sicurezza e alla violazione degli obblighi da parte delle aziende committenti e appaltatrici di informare e formare correttamente i lavoratori sui rischi presenti nell’ambiente di lavoro».
Le sigle sindacali hanno promosso una sottoscrizione volontaria tra i lavoratori dipendenti delle imprese che operano nel cantiere del nuovo Ospedale di Bergamo, estesa anche all’Azienda Ospedaliera, alla Direzione Lavori e a tutti coloro che volessero partecipare. La somma raccolta sarà devoluta alla famiglia di Mario Soggiu. Chi volesse partecipare può rivolgersi a Romeo Lazzaroni, rappresentante dei lavoratori alla sicurezza, reperibile al numero 338.3212171.