G.M.Z.
11 settembre 2004
Vita da Cani
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la nuova ordinanza del Ministro Sirchia sulle razze pericolose, esclusi dall’elenco dobermann, alani e schnauzer, soddisfazione tra i tanti possessori algheresi di molossi.

A distanza di un anno dalla precedente legge, il Ministro Girolamo Sirchia con ordinanza ministeriale riscrive l’elenco delle razze considerate pericolose e le regole che le governano. Divieto di addestramento finalizzato ad esaltarne l’aggressività, obbligo di assicurazione, museruola e guinzaglio in luoghi pubblici e assoluto divieto di incroci tra razze potenzialmente pericolose al fine di creare generazioni più cattive.
Rispetto alla precedente ordinanza che metteva al bando 92 razze canine su circa cinquecento, la lista si è notevolmente ridotta. Velata soddisfazione, quindi, tra i tanti possessori di molossi per la “riabilitazione” di tante razze storicamente integrate nella vita domestica. Sono 18 quelle considerate attualmente a rischio di maggior aggressività e comprendono oltre ai pit bull, pit bull terrier e pit bull mastiff, il dogo argentino ed il rotttweiler, quattro differenti tipi di cane da pastore (dell’asia centrale – dell’anatolia – del Caucaso – di charplanina), il fila brazileiro, tosa inu, il mastino napoletano, perro da canapo majoero, perro da presa canario ed il perro da presa mallorquin. Non figurano più tra i cattivi il dobermann, l’alano e gli schnauzer, popolarissime razze allevate da decenni anche nel territorio italiano.
La criticata lista nera voluta dal ministro per arginare i continui attacchi ai danni di malcapitati, oltre a confermare la ferma volontà di voler tutelare la pubblica incolumità, ponendo il divieto di possesso per i delinquenti con precedenti penali, sminuisce però lo storico ruolo svolto da tali animali nelle diverse civiltà. Il cane è infatti vantato, nelle diverse razze, in tutti i paesi d’origine, per le spiccate caratteristiche comportamentali che lo hanno eletto quale animale domestico per eccellenza.
Ferma la reazione del presidente dell’ente nazionale per la protezione degli animali, Paolo Manzi, secondo cui la legge è inutile ed incompleta. Sottolinea il fallimento del precedente decreto per via della mancanza totale di controllo e per l’assenza di specifiche sanzioni applicabili.
Una cosa è certa, il pensiero ricorrente tra i tanti amanti e possessori di cani è il fatto che non esistano razze pericolose o potenzialmente pericolose, semmai detentori incapaci di avere un sereno rapporto col proprio animale.
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