Antonio Burruni
20 agosto 2009
Alessia Drusilla: Lacrime e vittorie
La giovane campionessa italiana di Salsa Portoricana e Latin Hustle, si presenta al pubblico durante la sua vacanza algherese

ALGHERO – La campionessa italiana di Salsa Portoricana e Latin Hustle Alessia Drusilla, sta trascorrendo un periodo di vacanza ad Alghero. Dopo il trionfo tricolore, la quindicenne di Orbassano, sta ora preparando l’assalto al Campionato Europeo, in programma dal 25 al 27 febbraio 2010 ad Igea Marina. Alguer.it, l’ha incontrata per farla conoscere meglio ai propri lettori ed agli appassionati della disciplina.
Alessia, come mai tra tutte le discipline sportive, hai scelto di praticare proprio la danza?
«E’ successo da piccola. Avevo tre anni e mia mamma mi chiese se volevo fare sport e quale preferivo. Ho detto danza, non so perché. Forse perché già la faceva mia cugina più grande. A quell’età, ero un po’ piccola per frequentare il corso ad Orbassano, ma nel piccolo esame che mi fecero, dimostrai subito di “essere sveglia” e quindi mi presero. Ho iniziato subito a fare danza classica e moderna, poi, in modo amatoriale, mi sono avvicinato anche al caraibico, guardando dei concorsi. Da subito – prosegue – ho sognato di andare in una scuola di Torino, per andare oltre le buone basi che mi davano nel mio paese. All’inizio, c’è stato qualche problema, perché mia madre aveva un negozio di abbigliamento e mio padre una ditta di autotrasporti, hanno sempre fatto il possibile ed anche di più per accompagnarmi e seguirmi, ma il tempo era poco, mentre ad Orbassano, la scuola di danza era proprio davanti al negozio. Allora, mia madre, per avere più tempo per i figli, ha rinunciato alla sua passione, lasciando il negozio ed entrando in società con mio padre. Sono andata a Collegno, nello “Studio Danza Narcisa”, della maestra Narcisa Spada. Devo dire grazie anche a lei, perché mi ha aiutata tanto nella mia crescita professionale, visto che le basi e gli insegnamenti di danza classica mi servono molto anche per i balli caraibici. A tredici anni, abbiamo quindi cercato la miglior scuola di danza di Torino ed abbiamo scelto la “Salsa Mania” di Daria e Pietro Mingarelli, una scuola molto professionale. Io non avevo mai ballato in coppia, feci la prima lezione con Daria e mi fece provare una figura, che credo mi porterò sempre nel mio bagaglio. Mi appoggio molto a Daria, lei mi prepara psicologicamente, mi conosce al volo, sa sempre come sto. Non so come fa, ma le basta uno sguardo per capire il mio stato d’animo, se ho un dubbio o un problema. E’ veramente una persona “specialissima” per me, mi consiglia in ogni passo che faccio. E’ assolutamente un punto di riferimento e di forza, sia nell’ambito professionale, che nella vita di ogni giorno».
E questa nuova scuola è stato un cambiamento tecnico importante per te.
«Io sono molto testarda e la danza è la mia vita. In questa scuola, ho iniziato a ballare con un ballerino che non conoscevo, senza neanche sapere il passo base (dato che da subito ho dovuto ballare sul tempo del 2 ndr.). La seconda lezione, l’ho invece fatta con Pietro, un maestro all’apparenza molto severo, ma assieme a Daria ed agli altri miei insegnanti di danza, sono le persone più importanti della mia vita, dopo la mia famiglia. Da quella lezione, sono tornata a casa triste, per un giudizio di Pietro non positivo. Ma da li mi sono intestardita, l’ho presa quasi come una sfida, volevo arrivare e da li sono partita per scalare questa dura montagna, per arrivare a quello che voglio diventi il mio futuro, la danza nel circuito professionista».
E quella sfida, hai iniziato a vincerla, già a partire dal 2007.
«Si, ho partecipato ai Campionati Regionali, presentando uno “Show Dance”. Al termine dell’esibizione, Pietro mi ha fatto i complimenti. Mi ha detto che sembravo un’attrice, che riuscivo a trasmettere ciò che amavo, quello che è per me la danza; ed oggi so benissimo il grande appoggio che ho da parte sua, diciamo che non mi fa più “paura”! Poi, dieci giorni prima dei Campionati Italiani, mi è stato detto che Luca Veltroni, un ballerino molto bravo, era rimasto senza ballerina. Mi è stato chiesto se volevo esserlo io. Ho dovuto preparare tutto in pochissimo tempo, anche il vestito da gara, completamente nuovo ma che grazie alla mia super mamma è stato possibile farlo in poco tempo. Arrivammo sesti e per me fu una grandissima gioia, un vero traguardo. Poi, il sei è un numero ricorrente nella mia vita. Oltre ad essere nata il sei (di novembre, ndr.), mia zia Sabina, arrivò sesta ai campionati Italiani di ballo liscio ed anche Luca, nella sua prima gara importante, si piazzò in quella posizione».
Poi, nel 2008, nuovo cambio di cavaliere.
«Si, l’anno scorso ho vinto un’importante borsa di studio. Poi, ad un mese dai Campionati Regionali, Dario Poltronieri è rimasto senza ballerina e si stava preparando ad un salto importante perché, diventando maggiorenne, cambiava categoria, andando a gareggiare contro avversari che hanno un’età compresa tra i diciotto ed i trentotto anni. Ho accettato, abbiamo esordito nella “Classe A” della categoria “Adulti” e ci siamo piazzati al secondo posto. Dopo meno di un mese, c’erano i Campionati Italiani ed abbiamo vinto, ma non me lo sarei mai aspettata. La mattina della gara, ho avuto l’otite ed i medici del Pronto Soccorso mi avevano consigliato di non partecipare. Invece, siamo scesi in pista alle due di notte e, nonostante non sentissi la musica da un orecchio, due ore dopo è arrivato l’annuncio che avevamo vinto. Pensa che io, ero già andata a dormire!».
Ed anche il 2009 è stato ricco di soddisfazioni.
«Certo. Quest’anno abbiamo vinto tutte le gare a cui abbiamo partecipato (tra queste, gli importanti tornei di Aosta e di Varese, ndr.). Prima abbiamo vinto i Regionali di Salsa Portoricana e, alla prima gara, siamo arrivati secondi anche nella specialità Latin Hustle. Poi, abbiamo vinto i Campionati Italiani in entrambe le categorie, ad Igea Marina. Ho anche avuto la proposta di entrare in una Compagnia di Professionisti, ho avuto l’onore di ballare con loro. Sono loro a far parte delle giurie delle gare più importanti e si esibiscono in tutta Italia. Una settimana fa, ho anche avuto la conferma che, da settembre, inizierò gli stage riservati agli “Aspiranti Maestri” dell’“Amnf-Associazione Maestri Nuova FederCaribe”. Inizierò ad accumulare crediti per il futuro, seguendo alcuni aggiornamenti con Felipe Polanco e Roly Maden».
Una ragazza che a quindici anni diventa la più brava d’Italia, rischia di montarsi la testa…
«Assolutamente no. Io non mi sento per niente brava. Ho pregi e difetti, come tutti. Poi sono pessimista. Non mi ritengo certo arrivata ed ogni volta che finisco un’esibizione dico sempre “ho ballato da schifo!”. Non dico mai che vado a vincere una gara, perché non voglio portarmi sfiga. E poi seguo sempre uno degli insegnamenti di mia madre, che dice sempre “L’importante non è vincere, ma partecipare”».
Tornando al tuo attuale cavaliere, spesso in pista nascono anche nuovi amori…
«No no, con Dario c’è solo amicizia assoluta. In ogni coppia ci sono alti e bassi. In pista, lui ha bisogno di me ed io di lui. Ma solo nel ballo. Abbiamo iniziato grazie a lui ed ora ci sosteniamo a vicenda. Agli Italiani stavo male io. A Varese, per esempio, stava male lui, io l’ho capito da come mi guidava ed ho deciso di essere io a spingere per mascherare la cosa. Abbiamo vinto, ma poi lui è andato via in ambulanza perché stava veramente male».
Quindi, non hai un fidanzato. E’ uno dei sacrifici che la tua scelta di vita a volte richiede.
«Si, purtroppo ce l’ho, ma non ho neanche il tempo per un fidanzato. Mi alzo presto la mattina, vado a scuola (ha finito il secondo anno delle Superiori con la media del sette, ndr.), poi esco e vado subito ad allenarmi. Danza Classica, Moderna, Latina. Dal lunedì al sabato, tra una cosa e l’altra finisco a volte anche verso le 23 e la domenica ci sono le gare».
E la sua passione, la porta sempre appesa al collo, con un ciondolo in oro bianco, ultimo regalo della mamma. «Proprio mia madre aveva il sogno di vedermi diventare una grande ballerina ed io, ogni giorno, cerco di portare avanti il suo sogno, che è anche il mio». Infatti, il ciondolo raffigura proprio una ballerina classica, creato da un orafo d’eccezione: zio Pasquale, presente anche lui in vacanza ad Alghero.
Nella foto: Alessia Drusilla
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