Red
19 agosto 2009
Aragosta, via al ripopolamento
Si tratta del primo progetto del genere in Italia. Soddisfatto l´assessore Prato: Inizia quello che è un investimento non solo nei confronti di una delle risorse ittiche più preziose e rinomate della Sardegna, ma anche per dare nuove occasioni al comparto

ALGHERO - Firmata a Castelsardo, dal'assessore dell'Agricoltura Prato, la convenzione fra l'agenzia regionale Argea e il Dipartimento di Biologia animale dell'Università di Cagliari, che avrà il coordinamento scientifico e operativo del piano di ripopolamento dell'aragosta rossa. Il progetto, della durata di tre anni, aveva preso il via nel novembre scorso, con la firma del decreto da parte dell'ex assessore all'agricoltura e pesca Francesco Foddis.
In sei aree e sub-aree che saranno definite assieme alle varie marinerie e alla categoria della pesca professionale, gli esemplari pescati sottotaglia saranno poi marchiati e conferiti all'interno delle zone di tutela biologica, dove rimarranno per almeno tre anni, durata della prima parte del progetto sperimentale.
Le zone di ripopolamento sono individuate dove la pesca di questa risorsa riveste particolare importanza e dove lo sforzo di prelievo risulta più elevato. Probabile la scelta del Golfo di Alghero, dove la pesca del prelibato crostaceo ha sempre rivestito una peculiarita' del territorio. Riviera del Corallo che ha, già da diversi anni, in corso anche alcuni progetti sul ripopolamento del Corallo, altra grande risorsa della riviera catalana.
Una volta raggiunte le dimensioni ammesse dalle norme comunitarie (taglia minima di 90 mm di lunghezza carapace), le aragoste potranno essere ripescate. Inoltre, in tutte le aree, potranno essere avviate attività di multifunzionalità, ristorazione, ittiturismo, pescaturismo, visite subacquee, che consentiranno ai pescatori di integrare il proprio reddito e migliorare la sorveglianza e il monitoraggio delle zone costiere.
«Oggi – ha spiegato l’assessore Prato - parte quello che è un investimento non solo nei confronti di una delle risorse ittiche più preziose e rinomate della Sardegna, ma anche per dare nuove occasioni al comparto e soprattutto perché tra qualche anno si possa contare in un mare di nuovo pieno di vita. Pensiamo che il ripopolamento dell’aragosta innescherà un circolo virtuoso che coinvolgerà tutta l’ittiofauna e quindi contribuirà a far tornare pescose le nostre coste, oggi gravemente depauperate».
«I costi del progetto - ha concluso l'assessore - per i primi tre anni, sarà a totale carico del pubblico, poi la pesca in queste aree sarà regolamentata secondo determinate norme condivise dalle marinerie. L'intenzione è partire subito già dai primi di settembre con un’area test, che potrebbe essere quella di Castelsardo. A ruota seguiranno le altre in tutta l’Isola».
|