A.B.
12 settembre 2009
Sanità Regionale: La preoccupazione dei sindacati
Le tre principali sigle sindacali, intervengono sulla recente legge collegata alla Finanziaria

CAGLIARI – “Cgil”, “Cisl” ed “Uil” della Sardegna, manifestano forte preoccupazione per i contenuti in materia di sanità della recente legge 3/2009 (Collegato alla Finanziaria ) e del “Programma Generale di Sviluppo” della Giunta Regionale.
Ad annunciarlo, sono i tre segretari regionali Elisabetta Perrier, Oriana Putzolu e Rinaldo Mereu, che sottolineano come, anche i contrastanti giudizi ed i distinguo, da parte di soggetti impegnati nei diversi schieramenti, sulla riforma sanitaria in cantiere, evidenziano la crescente preoccupazione sul futuro del sistema socio-sanitario regionale.
«Il sindacato – spiegano - ritiene inopportuno che la Giunta Regionale proceda al varo della riforma sanitaria mentre sono ancora in corso gli incontri con la Regione sui documenti relativi alla manovra finanziaria 2010 e al Programma regionale di sviluppo. Ancora più inopportuna in assenza di adeguata concertazione preventiva Giunta-sindacati».
Le segreterie regionali, sottolineano come l’assessore Liori, durante l’incontro del 31 agosto, si sia personalmente impegnato ad organizzare un incontro, non ancora avvenuto, per illustrare la riforma sanitaria.
«La decisione unilaterale di deliberare la riforma senza aver udito le parti sociali, sia quelle confederali che di categoria con titolarità alla concertazione e al dialogo, rappresenterebbe un pesante “vulnus” al collaudato confronto Giunta-sindacati soprattutto su temi di grande rilevanza politica e sociale. Una riforma come quella sanitaria, in un momento cosi drammatico della condizione sociale dell’Isola – concludono i tre rappresentanti sindacali - non può non avere la giusta partecipazione e condivisione della parti sociali, per gli interessi che il sindacato rappresenta sul versante dell’utenza e dei lavoratori. Per questo rinnoviamo la richiesta di un incontro sui problemi presenti nella sanità sarda, sia pubblica che privata, comprese le attività afferenti al terzo settore».
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