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S.A. 27 novembre 2009
Pesca: l'ultimatum in Regione
Il Comitato Pescatori Nord Sardegna chiede che cambino radicalmente le politiche regionali sul fermo biologico. «La situazione di riposo biologico forzato dalle avverse condizioni atmosferiche mantiene da secoli un equilibrio invariato della biomassa»
Pesca: l'ultimatum in Regione

ALGHERO - «La normativa in materia di pesca emanata dalla Regione Sardegna in questi ultimi anni, specialmente quella riguardante il “fermo biologico” non ha avuto le conseguenze positive per i pescatori e per le specie pescate che la legge stessa si prefiggeva». Ad affermarlo è il Comitato Pescatori Nord Sardegna, alla vigilia del nuovo provvedimento in via di definizione dall’Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale per il 2010, un nuovo fermo per la piccola pesca dal 1° marzo al 15 aprile. «Se fosse vero - dicono - questo causerà gli stessi effetti negativi degli fermi biologici temporanei degli ultimi anni».

Contrari e per nulla soddisfatti delle politiche attuate sul comparto, i pescatori rivendicano i contributi mai erogati in 40 anni per il fermo sull'aragosta, esteso dal 1993 alla pesca del crostaceo di fondale. «Peccato - sostengono - che ancora una volta gli unici ad essere penalizzati sono stati i sardi e a quelli delle altre regioni italiane ed estere è permesso». La categoria difende la tutela del prezioso frutto del mare, rifiutando azioni sconsiderate ed invasive atte a determinarne l'estinzione ma giustificano la pesca nei periodi metereogici favorevoli, considerato il "fermo naturale" legato alla stagione dei venti, in particolare nelle insenature del nord dell'Isola. «La situazione di riposo biologico forzato dalle avverse condizioni atmosferiche mantiene da secoli un equilibrio invariato della biomassa».

«E’inaccettabile che la grande esperienza tramandata da generazioni ci ponga oggi in conflitto con le istituzioni regionali - sostiene il presidente del Comitato che racchiude le manrinerie di Alghero, Bosa, Porto Torres, Castelsardo, Isola Rossa, Santa Teresa di Gallura e Porto Scuso, Giovanni Delrio - e con un fermo pesca imposto senza interpellare i diretti interessati che ne pagano sulla propria pelle gli effetti». Al contrario la coordinazione tra la politica, la scienza e il mondo della pesca, potrebbe offrire soluzioni più concrete e durature nel tempo. Come gli interventi da attuare.

Piani di gestione fondati su pareri scientifici; normative comuni nel Mediterraneo; tecniche di pesca più selettive e sostenibili; e ancora azioni a sostegno della produzione e della qualità. Con una politica di tanti divieti e pochi investimenti si rischia di ottenere il risultato opposto a quello prefissato - lascia intendere il Comitato. «E'urgente che la Regione Sardegna attivi i fondi - sollecitano i pescatori - per il mantenimento di un’occupazione sostenibile nel settore della pesca e per il suo carattere socio-culturale in Sardegna».

Nella foto: Il presidente del Comitato Pescatori nord-Sardegna Giovanni Delrio



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