Red
22 dicembre 2009
Depuratore: uso irriguo reflui, esperti preoccupati - Forum
L´ipotesi di riutilizzo integrale delle acque reflue del depuratore di Alghero non convince. Pericoli connessi col potenziale carico della struttura. La lettera integrale di Enrico Muttoni al Sindaco di Alghero

ALGHERO - Il Calich muore, soffocato dagli scarichi abusivi di case e campagne, e dall'enorme quantità di acqua che, da molti mesi ormai, viene riversata nello stagno dal nuovo depuratore della città di Alghero. L'amministrazione allora pensa di risolvere l'evidente problema (ormai certificato da numerosi studi scientifici) dirottando l'acqua reflua ad uso agricolo. In questo senso, pare che sia stato stilato un nuovo accordo col Consorzio di Bonifica della Nurra (il primo era datato 2007).
Dell'ipotesi si è discusso alcuni giorni fa nel corso della conferenza organizzata dall’Ente Parco, per illustrare gli studi scientifici eseguiti dal Dipartimento di scienze botaniche ecologiche e geologiche dell’Università degli Studi di Sassari, sullo stato di salute del Calich. Dal Forum di Alghero però, arrivano le prime preoccupazioni, già esternate all'epoca del primo accordo: «Rimedio peggiore del male», afferma Enrico Muttoni, esperto chimico, che ha inviato al sindaco di Alghero una lettera aperta spiegando le motivazioni delle sue convinzioni. / FORUM
Signor Sindaco,
durante l'incontro organizzato dall'Ente Parco di Porto Conte, questa sera 18 dicembre, è emerso con chiarezza che lo stagno del Calich non può sopportare, pena una grave alterazione ambientale, lo scarico proveniente dal depuratore di San Marco. L'Assessore dott. Adamo ha quindi annunciato che le acque trattate verranno utilizzate per l'irrigazione della Nurra: due piccioni con una fava. Come ho già avuto occasione di scriverle, questo è un rimedio peggiore del male, e cercherò di spiegare perchè. Bisogna innanzitutto capire che l'uso irriguo di acque depurate è un'operazione, in caso di inconvenienti, senza rimedio. Un'impianto industriale, qual'è il depuratore, è soggetto a dei fuori servizio, che ne pregiudicano l'efficienza. In questi casi, le acque luride in ingresso devono by-passare l'impianto o essere immagazzinate, in attesa di essere trattate con la ripresa del funzionamento. In entrambi i casi si pongono giganteschi problemi tecnici e di gestione: infatti i volumi in gioco sono enormi. Non solo, ma non conosco depuratore che possa trattenere le acque fuori specifica: le scarica, e basta. Tenga conto che le analisi chimiche di controllo danno i risultati dopo alcune ore, e solo per i parametri di routine. Ora, basterebbe un fuori servizio di pochi giorni per trovarci nei guai. La soluzione ottimale, dunque, è quella di poter disporre di una condotta a mare, nella normalità e nelle emergenze. Quello che mi ha preoccupato maggiormente è che l'utilizzo delle acque reflue venga stabilito senza sperimentazione: quante fermate e di quale durata affliggono l'impianto durante l'anno? E anche se si riuscisse a raggiungere (è impossibile) la continuità di funzionamento, perché non sperimentare prima, su porzioni di territorio, l'acqua depurata? C'è poi l'ultimo argomento, quello commerciale. In tempi di agricoltra biologica, quale certificatore onesto garantirebbe un prodotto ortofrutticolo ottenuto con acqua reflua? Abbiamo la fortuna di avere abbondanza di acqua dole dagli invasi, usiamola. L'acqua del depuratore deve essere usata solo in caso di emergenze idriche importanti, dietro ordinanza a termine e sotto controllo della autorità pubblica.
Con stima,
Enrico Muttoni
Nella foto: lo scarico attuale del depuratore di Alghero sul Rio Filibertu, affluente del Calich
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