Red
22 marzo 2010
Carlo Sechi: «Tuvixeddu patrimonio Unesco»
L´ha chiesto il consigliere regionale algherese, durante la visita delle commissioni regionali all’insediamento fenicio-punico di Cagliari

CAGLIARI - Sopralluogo congiunto presso il sito di Tuvixeddu a Cagliari, della quarta e quinta Commissione del Consiglio Regionale. All’incontro hanno partecipato alcuni Consiglieri Regionali, tra cui il capo gruppo dei Comunisti - Sinistra Sarda - Rossomori Luciano Uras, Adriano Salis dell’Italia dei Valori, alcuni esponenti di Legambiente, tra cui Vincenzo Tiana e alcuni dirigenti dell’ufficio Urbanistica del Comune di Cagliari.
Si è constatato l’enorme estensione dell’insediamento fenicio punico, il più vasto del Mediterraneo, che se opportunamente valorizzato, potrebbe essere inserito tra i più importanti circuiti turistico culturali d’Europa, perseguendo un modello di sviluppo fondato sul corretto utilizzo delle risorse locali. Carlo Sechi ha espresso la necessità di trovare una soluzione integrale per la salvaguardia, la tutela e la fruizione dell’enorme patrimonio archeologico di Tuvixeddu, e ha affermato che il sito di Tuvixeddu non riveste solamente una valenza locale o regionale, ma nazionale e internazionale.
«Occorre perciò che la Regione si attivi affinché il sito sia riconosciuto dall’Unesco, e diventi quindi patrimonio dell’umanità», ha affermato il consigliere regionale algherese. Sechi ha affermato inoltre l’urgenza di perseguire con celerità gli obiettivi fissati dall’ordine del giorno, proposto dai gruppi consiliari dei Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori, dal Partito Democratico, dall’Italia dei Valori e approvata unitariamente dal Consiglio Regionale, che impegna la Giunta Regionale a predisporre un apposito disegno di legge funzionale ad acquisire al patrimonio pubblico il sito di Tuvixeddu, anche con il concorso economico dello Stato.
L’ordine del giorno inoltre impegna la Giunta sull'esigenza di assicurare la massima tutela dell'area archeologica di Tuvixeddu e sull'imprescindibile necessità di esperire ogni attività tecnico-amministrativa necessaria per la revisione degli accordi di programma, adottati precedentemente alla modificazione del quadro giuridico avvenuta con la Convenzione europea sul paesaggio e l'entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
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