Le Bombarde, Punta Negra, Maria Pia. Preoccupano le condizioni delle coste della Riviera del Corallo, oggetto di studio da una task-force voluta dal Comune per trovare soluzioni al problema. Necessari fondi adeguati
ALGHERO - Alghero è investita da un fenomeno preoccupante di erosione costiera (come, se non più di tanti altri chilometri di coste in Sardegna), e la task-force messa in piedi dal Comune per cercare di arginare il problema inizia a dare le prime risposte, in attesa di studiare in maniera più approfondita e continua l'evolversi della situazione ambientale degli arenili.
Barriere frangiflutti, frangivento adeguati, piantumazione, razionale gestione degli accessi a mare, ricostruzione dei livelli sabbiosi, opere di recupero dei sedimenti e compensazione della sabbia, depositi ripuliti dalle alghe e piccoli ripascimenti (esempio alle Bombarde). Sono solo alcuni dei possibili e praticabili rimedi sul tavolo degli esperti. Il tutto legato a una convinzione pressochè unanime nel giudicare estremamente negativamente l'eventuale ampliamento verso San Giovanni del porto. L'opera, infatti, se realizzata determinerebbe dei contraccolti ambientali di difficile quantificazione, ma sicuramente non positivi.

Ad Alghero, la sensazione è che gli interventi per "salvare" le coste dall'erosione debbano essere attuati con eccezionale oculatezza e solo successivamente ad ulteriori approfonditi studi (in molti hanno ben presente il disastroso ripascimento del Poetto a Cagliari). Gianmarco Saba, dirigente del settore ambiente del comune di Alghero, nell'incontro avvenuto nella sala Siotto di Alghero ha fatto il punto sui progetti in corso, segnalando la mancanza di fondi specifici per avviare le future tappe. Spazio poi a tutte le cosiderazioni degli studiosi, molti professori dell'università di Sassari, che hanno fotografato molti dei fenomeni in corso sulla Riviera del Corallo.