Red
14 gennaio 2011
E´ Orimulsion, a base di bitume
La denuncia arriva da Luciano Deriu, responsabile regionale di Legambiente. «L’Eni sta portando avanti in silenzio il progetto di installare a Porto Torres il più grande deposito costiero di idrocarburi del Mediterraneo»

PORTO TORRES - «Il carburante finito in mare non è petrolio, ma un suo derivato che ha una maggiore capacità inquinante. Si tratta del famigerato Orimulsion, a base di bitume - rivela il responsabile regionale di Legambiente Lucino Deriu - sviluppato per l'uso industriale da una compagnia venezuelana e utilizzato da E.On in barba alle direttive dell’Unione Europea. La centrale tedesca utilizza oltretutto gruppi di produzione obsoleti. L’impegno di chiudere i vecchi gruppi 1 e 2 a olio combustibile, un atto minimo di responsabilità e di dovere verso il territorio è stato finora disatteso. Un atto - continua Deriu - che non risolverebbe comunque il problema sicurezza, soprattutto in vista dei piani dell’Eni su quel tratto di costa».
«L’Eni sta portando avanti in silenzio il progetto di installare a Porto Torres il più grande deposito costiero di idrocarburi del Mediterraneo - denuncia Luciano Deriu - il quale comporterà un incremento del traffico delle navi cisterna nel golfo dell’Asinara tale da rendere altamente possibili incidenti di portata e dimensioni devastanti. Il carburante dovrebbe essere depositato a Porto Torres e da lì movimentarlo verso tutte le rotte del mediterraneo».
«Ancora una volta su quel martoriato territorio, che si era cercato di salvare con l’istituzione del Parco nazionale, incombono attività ad alto rischio come ai tempi delle peggiori industrie inquinanti. Le priorità dovrebbero riguardare invece le operazioni di bonifica e i risarcimenti - conclude Deriu - che porterebbero a ripristinare il volto pregevole di quel paesaggio e scoprire infine che l’habitat e l’ambiente sono la più grande risorsa per quel territorio compromesso da decenni di industrie devastanti».
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