PORTO TORRES - Una gigantesca balena di buste di plastica, spiaggiata e agonizzante sul bagnasciuga di Platamona. Una vittima simbolica della “marea nera” di petrolio che la scorsa settimana ha provocato un’enorme moria di pesci, purtroppo veri, e inquinato il litorale fino a Castelsardo. L’hanno realizzata, stamattina (domenica), gli artisti dell’ex-Q di Sassari, insieme al circolo di Rifondazione Comunista Utalabì, per esprimere rabbia, partecipazione, protesta contro il danno ecologico provocato dalla fuoriuscita di combustibile dagli impianti E.On di Fiumesanto lo scorso 11 gennaio.
Con l’azione di stamattina, l’ex-Q lancia la campagna “Black Fish a Platamona Beach”, per informare, anzi contro-informare, gli abitanti della Sardegna su tutti i casi di degrado ambientale e sfruttamento selvaggio del territorio che affliggono la Sardegna. A partire, appunto, dal disastro provocato dalla “marea nera” della scorsa settimana: il caso più recente, quello sul quale - in questo momento - sono puntati i riflettori mediatici, ma solo l’ultimo di una lunga serie che va da Quirra al petrolchimico di Porto Torres.
«La campagna “Black Fish” in realtà - precisano dall'Ex-Q - è iniziata già la settimana scorsa, poche ore dopo il disastro di Fiumesanto, quando per le vie di Sassari hanno iniziato a spuntare inquietanti pesci neri di cartone: un simbolo, un segnale di presenza da parte dell’ex-Q, un invito rivolto a tutti a guardare con i propri occhi e ad opporsi a logiche di profitto che non rispettano patrimoni comuni come il mare, l’aria, le spiagge».
Stamattina, alle 10.30, poi l’operazione “Black Fish” è entrata nel vivo, quando ex-Q e Hutalabì si sono dati appuntamento al Terzo Pettine di Platamona per realizzare la balena formata di buste di plastica contenenti i residui del disastro ecologico dell’11 gennaio. «La balena non è solo il simbolo dei pesci spazzati via dalla “marea nera”, ma più in generale di un intero ecosistema gravemente compromesso, per colpa di una ingiustificabile negligenza da parte di una multinazionale come E.On tesa, al pari di tante altre prime di lei, solo a perseguire i propri interessi, a scapito della tutela ambientale e della salute dei cittadini», sottolineano gli attivisti. /
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