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Luigi Coppola 9 febbraio 2005
Allenatore che passione
Tanti sacrifici, sempre più rare le gratificazioni
L’analisi di una figura a rischio estinzione nel settore dilettantistico, invaso da emulazioni distorsive del professionismo. Le prospettive future viste da un addetto storico, Gavino Toringo: vent’anni nel calcio giovanile sardo, gli ultimi cinque spesi per il footsal, il calcio a cinque
Allenatore che passione. Tanti sacrifici, sempre più rare le gratificazioni

ALGHERO – Non è una denuncia, ne ha il sapore dello sfogo o della rivincita, l’intervista rilasciataci da mister Toringo, all’indomani della sua ultima impresa nel torneo di calcio a cinque, serie C1 F.I.G.C. Quarantaseienne, geometra di professione, da oltre vent’anni allenatore di calcio (con patentino ufficiale UEFA), omologato alla conduzione di squadre iscritte alla serie D, ed in possesso anche della licenza federale come allenatore per il calcio a cinque. La competenza e la conoscenza certificata, di un lavoro che oltre i fondamenti del pallone, presuppone importanti attività d’approccio e comunicazione con gli atleti (spesso ragazzini in età delicate per lo sviluppo del carattere e della persona), il cosiddetto “spogliatoio”, è il primo focus del Mister.
«…C’è troppa improvvisazione, per ricoprire un ruolo (l’allenatore ndr) fondamentale, che all’atto dell’iscrizione delle società, ai vari campionati di categoria, spesso è artefatto anche con prestanomi che non trovano riscontro sulle panchine, durante l’arco del campionato…». Il secondo punto, quel cui più preme la preoccupazione di Toringo, è il dilagante fenomeno dell’esonero facile che sta invadendo il mondo dilettantistico. Se nell’ambiente professionistico la moda di scaricare sul tecnico responsabilità non totalmente sue, acclarate dai risultati non influenti di chi subentra (i recenti casi di Fiorentina e Lazio, ne sono l’ennesima riprova), può trovare delle motivazioni discutibili per via degli interessi e dei soldi in ballo; non è ammissibile trasferirne il metodo nel settore dilettantistico o semi professionistico. «…I recenti casi nella nostra provincia sono gravissimi.- prosegue mister Toringo – non è pensabile il modo in cui è stato avvicendato G. Scala al Fertilia. Penso anche ad altre discipline, il caso della Mercede Alghero basket femminile di mr. Carlini. Quando si era vista una squadra del territorio, arrivare ai massimi livelli della A1 di basket? E Mario Silvetti del Calcio femminile Oristano, allenatore anche della Torres femminile? allontanato perché troppo vincente?». Gavino non dimentica il fresco caso del suo collega “vicino”, passato proprio per le sue mani. Le dimissioni-esonero di Davide Marfella, allenatore del Sarroch calcio a cinque, secondo in classifica e miglior difesa, avvenute l’indomani della batosta d’Alghero (11-3).
Termina la disamina il tecnico catalano: «…Molti presidenti acquistano un titolo sportivo e con la disponibilità di uno sponsor, quando c’è, pensano che tutto sia risolto. Poi quando è necessario, una struttura che garantisca ai ragazzi il minimo per scendere in campo: la possibilità d’allenarsi, le divise, le tute, i medicinali ed il rimborso per andar su e giù per la Sardegna, i risultati ottenuti con duri sacrifici, da gente che lavora tutto il giorno e s’allena di notte, vanno in cantina. Lo stimolo nel vedere i ragazzi stare insieme giocare e divertirsi in modo sano, con la possibilità che qualche talento possa farsi strada (vedi Langella, da Sorso alla nazionale di Lippi), deve superare tutte queste difficoltà. Da dirigente di società, avrei firmato in bianco pur d’avere alla conduzione tecnica un allenatore che in quaranta gare ufficiali, avesse subito con la squadra solo quattro sconfitte. Perché solo l’allenatore viene messo alla porta senza il rispetto che l’uomo merita? E’ necessario che anche i presidenti capiscano la misura delle cose e tirino le proprie somme solo alla fine del torneo. Mi auguro che si riesca presto a riunirsi tutti gli allenatori del territorio, per valutare insieme, nel rispetto degli organismi federali, questi aspetti. E’ in gioco la crescita dei nostri ragazzi, che già partono in un territorio non proprio facile per quanto concerne lo sport ed il lavoro…». Ci lascia il tecnico, in una rara domenica di riposo. Lo aspettano i cantieri d’Arzachena ed i ragazzi dell’Alguer. In bocca al lupo mister.



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