Due consiglieri comunali già otto anni fa ipotizzavano i problemi alla laguna del Calich. Non furono presi in considerazione, giochi della politica. Leggendo il Piano di Gestione targato 2011 è certificato come i reflui continueranno ad andare verso il Calich durante tutto l´anno
ALGHERO - Si allarga a macchia d'olio la protesta contro le istituzioni che nulla hanno fatto per evitare l'insorgere dei noti problemi che attanagliano il Calich e il litorale di Maria Pia, interessato dalla marea gialla che ne compromette il colore delle acque. Una storia già scritta dal lontano
2003, quando gli ex consiglieri comunali Carlo Sechi e Pino Tilloca misero in guardia l'amministrazione Tedde sull'inadeguatezza del nuovo impianto di depurazione che stava andando a realizzare. Rileggere oggi il documento protocollato a Sant'Anna dà l'idea di quanta approssimazione sia stata utilizzata nel progettare, realizzare e attivare un impianto che, seppur di ultima generazione, conferma tutti i dubbi della prima ora.
Non bisognava certo essere maghi per capire come l'eutrofizzazione dello stagno avrebbe avuto ripercussioni perfino sul litorale col quale è in comunicazione. E poi anche nel
2008 altri due consiglieri comunali, questa volta che rispondono al nome di Enrico Daga e Matteo Tedde, protocollavano un'altra dettagliata interrogazione all'attenzione di Sindaco e assessore competente. Come dire, la vicenda è ormai stranota, comprese le sue cause. Perchè i politici si sono solo aggiunti ai tecnici e gli esperti. Tra questi professori, ambiantalisti e chimici.
Eppure niente. Le amministrazioni comunali che si sono succedute hanno cocciutamente portato avanti un progetto azzardato sotto tutti i punti di vista: ambientale ed economico. Perchè, se da un lato il riutilizzo delle acque è un'ottima pratica, questo sarebbe però dovuto avvenire fin dal febbraio 2009. Oggi invece, a distanza di otto lunghi anni ci si ritrova addirittura a parlare di disastro ambientale, con un rincorrersi di responsabilità che lascia di stucco. Il sindaco che scrive privatamente a Cappellacci per chiedergli un intervento per arginare il danno in atto, e lo stesso Presidente che, spazientito, dice di essere mobilitato, quando una settimana prima il consiglio regionale boccia un
emendamento per destinare un milione di euro al Calich di Alghero.
Piano di Gestione. Basta poi leggere a
pagina 25 del Piano di Gestione del Consorzio di Bonifica della Nurra (targato 2011) che accompagna il riuso irriguo delle acque reflue, per capire come il riutilizzo in agricoltura non sarà totale, ma variabile durante le stagioni. La stagione irrigua ufficiale è infatti di soli cinque (5) mesi, che vanno da maggio a settembre. Negli altri mesi vi è un esiguo riuso parziale molto ridotto, e nei mesi tra dicembre e marzo non vi è alcun utilizzo.
Se si passa poi a
pagina 40 del Piano di Gestione, è perfino chiarito il fatto che le portate di progetto sono molto inferiori a quelle reali. Un fatto gravissimo. Per cui il combinato del parziale riutilizzo e della maggiore quantità di reflui depurati dimostra inequivocabilmente che nel periodo di maggior riutilizzo irriguo almeno 8000-10.000 metri cubi di reflui depurati al giorno finiscono nello stagno del Calich, via Rio Filibertu. E che nel restante periodo la totalità delle acque depurate finiscono sempre nello stagno del Calich. Se poi si analizzano tempi e modi di miscelazione dei reflui con l'acqua grezza (per legge deve essere di 1:1) nascono ancora altri dubbi.
Che dire quando si ritrovano a dialogare Comune, Provincia, Regione, Abbanoa, Consorzio di Bonifica della Nurra, Arpas e Autorità d'Ambito: secondo voi si capiscono? Adesso potrebbe addirittura essere nominato un Commissario con poteri eccezionali per dirci, scritto su carta intestata e magari ben pagata, che nemmeno un litro di reflui dovranno essere veicolati nel Calich, pena il protrarsi del disastro in atto. Poi magari, a seconda dei fondi a disposizione (e ci vorranno altri milioni), l'acqua sarà inviata al Cuga (come logica avrebbe dovuto spingere da tempo gli amministratori nell'effettuare questa scelta) o immessa in grandi bacini di decantazione. Il problema insomma, è tutt'altro che risolto.