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Red
21 giugno 2011
La lettera: salvare l'ecosistema Calich
Ecco la lettera integrale inviata dal capogruppo Pd in Regione, l´algherese Mario Bruno, alla presidenza della regione. Cresce l´attesa per quelle che potrebbero essere le iniziative adottate da Cagliari

ALGHERO - Rimane altissima l'attenzione intorno ai noti problemi che investono la laguna del Calich di Alghero, con le ripercussioni sul litorale di Maria Pia, da Fertilia all'Ospedale Marino: eutrofizzazione delle acque un tempo salmastre della laguna; distruzione dell'ecosostema; colorazione anomale delle acque. Dopo l'annuncio da parte del Governatore della Regione, Ugo Cappellacci, dell'imminente convocazione di un tavolo tecnico a Cagliari, il capogruppo del Partito democratico, l'algherese Mario Bruno, chiede al presidente maggiore impegno per la città di Alghero. Ecco la lettera integrale inviata alla presidenza della Regione.
Durante la discussione del "collegato" alla legge finanziaria per il 2011, il Consiglio Regionale ha bocciato un emendamento a mia firma e dei consiglieri regionali Carlo Sechi e Gian Valerio Sanna che prevedeva un finanziamento di 1 milione di euro in favore del Comune di Alghero, per interventi di studio e di bonifica della laguna del Calich. Solo oggi, dopo il risalto dato giustamente dalla stampa, leggo la Sua nota con la quale comunica di voler convocare entro la settimana prossima, a stagione ormai avviata, un tavolo operativo sul disastro ambientale nelle acque del sistema litoraneo di Alghero. Meglio tardi che mai. I problemi sono ormai generalmente noti. Il nuovo impianto di depurazione della città di Alghero in località San Marco è entrato in funzione nella primavera del 2009 con parere di conformità rilasciato dall'Assessorato Regionale all'Ambiente sul progetto e autorizzazione allo scarico della Provincia di Sassari. Il sistema ha una potenzialità di depurazione dimensionata per 77.500 abitanti, pari a 6.500.000 metri cubi annui di reflui depurati. Tale ingente quantitativo idrico è stato interamente destinato al recapito nello Stagno del Calich. Milioni di metri cubi di reflui depurati sarebbero stati veicolati nelle acque salmastre dello stagno con abnorme eutrofizzazione delle acque e una proliferazione algale che si è estesa al mare in diretta comunicazione con lo stagno. Dallo stagno la marea gialla si sposta lungo la costa per diversi metri dalla battigia, riducendo le acque di balneazione ad una fina poltiglia gialla o marrone. La scelta di destinare il Calich a ricettore di reflui appare incomprensibile. Lo stagno del Calich è tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004), classificato zona sensibile dalle normative comunitarie ed è inserito nel Parco Regionale di Porto Conte. Dal punto di vista naturalistico rappresenta una importante oasi per l'avifauna stanziale e migratoria nonché ambiente ottimale per la riproduzione delle specie ittiche. Dal punto di vista economico ha costituito storicamente una delle più importanti risorse per la Comunità algherese. I parametri utilizzati in sede progettuale con la previsione per 77.000 unità hanno reso non obbligatoria la
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale prevista per legge oltre le 100.000 unità. Tuttavia, perfino la saggezza precauzionale avrebbe potuto non consentire la possibile compromissione di un delicato ecosistema lagunare, per di più in collegamento con le acque di balneazione. Già il monitoraggio ambientale condotto dall'A.R.P.A.S. - Dipartimento provinciale di Sassari - fin dali' agosto 2009 aveva evidenziato "un processo di eutrofizzazione che se non arginato potrebbe determinare un pericolo per la salute del corpo idrico". Alla gravità della compromissione ambientale si devono aggiungere danni economici del comparto turistico e quelli di immagine. AI disastro si è tentato di porre rimedio con un piano di utilizzo dei reflui depurati a scopo irriguo. Solo da pochi giorni e con incomprensibile ritardo, nel quadro della Direttiva Regionale del dicembre 2008, è stato predisposto un Piano di Gestione delle Acque Reflue del Comune di Alghero, strumento
propedeutico e obbligatorio che contempla tutti i risvolti gestionali per il riutilizzo dei reflui in agricoltura a cura del Consorzio di Bonifica della Nurra. Dal 29 maggio parte delle acque reflue prodotte dal depuratore di San Marco sarebbero immesse nel sistema d'irrigazione del Consorzio di Bonifica della Nurra. Si parla di circa i 2/3 del totale, che equivarrebbe a circa 16mila metri cubi al giorno. Ma il problema rimane complesso. Gli agricoltori chiedono garanzie di rigorosi controlli dal momento che il sistema interseca la delicata questione della salubrità dei nostri prodotti agricoli. Il Calich sarebbe risparmiato probabilmente solo parzialmente in quanto il Consorzio di Bonifica prevede il recepimento solo di una parte dei reflui e solo nella stagione irrigua. I fenomeni di eutrofizzazione dello stagno verrebbero solo rallentati. Le acque di balneazione gialle diventerebbero forse solo un po' meno gialle. L'ecosistema - secondo gli esperti - non si salverebbe comunque. La soluzione prospettata dal Piano di Gestione è una misura necessaria di fronte all'emergenza, ma si rende necessario uno studio approfondito per un progetto risolutorio alternativo al Calich. Occorre dunque coordinare un'azione che deve vedere Regione, Provincia, Arpas, Abbanoa, Agris, Comune di Alghero, Consorzio di Bonifica, Parco di Porto Conte, impegnati nella ricerca di una soluzione, alternativa al Calich, capace di riportare il compendio spiaggia-laguna al suo naturale equilibrio ambientale. Mi auguro che il tavolo operativo convocato possa essere risolutivo. Non mancherà l'attenzione, la proposta e la vigilanza da parte delle forze di minoranza in Consiglio Regionale.
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