I dati di Goletta Verde di Legambiente: Lido San Giovanni ad Alghero tra i 5 siti in Sardegna gravemente inquinati. Nonostante l'entrata in funzione del nuovo depuratore la situazione non è minimamente cambiata. Le immagini del canalone
ALGHERO - Ottimo risultato quello della Sardegna che, anche quest’anno, si riconferma in testa alla classifica della
Guida Blu di Legambiente e Touring Club: ben 35 le località costiere che si sono aggiudicate le Vele, ambito riconoscimento per la qualità ambientale dei territori. La Sardegna si conferma, dunque, la regione con la media più alta di vele (3,51) migliorata ancora rispetto a quella dell’anno scorso (3,4). Delle quattordici località premiate dalle 5 Vele, massimo riconoscimento della Guida Blu, ben quattro di trovano proprio in Sardegna.
Meno incoraggianti le notizie che arrivano dalle foci di alcuni corsi d’acqua sardi: sono 5 i punti critici individuati da Goletta Verde e risultati
gravemente inquinati, con livelli di inquinamento microbiologico al di sopra dei limiti stabiliti dalla legge. Su più di 1.700 km di coste sarde, i biologi di Legambiente hanno scovato segnali di inquinamento dovuti alla scarsa depurazione alla foce Coghinas in località San Pietro a Mare - Pirotto li Frati a Valle Doria (Ss), alla foce del riu Mannu a Porto Torres (Ss), al Canale su via Garibaldi altezza via Josto presso la spiaggia di San Giovanni ad Alghero (Ss), presso la foce del Rio Foddeddu a Tortolì (Og) e presso la foce del canale di Foxi a Quartu Sant’Elena (Ca).
Queste le due notizie al centro della conferenza stampa di sabato di Goletta Verde, la storica campagna estiva di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, di Corepla, del Consorzio Ecogas e di Novamont. Dati e valutazioni sono stati presentati da Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde; Luciano Deriu (Legambiente Alghero), segreteria Legambiente Sardegna; Giovanna Spano, assessore all’ambiente del Comune di Olbia e Augusto Navone, direttore Area marina protetta di Tavolara – Punta Coda cavallo.
Un lungo elenco di eccellenze che evidenziano come la Sardegna abbia risorse naturali e storiche di grande valore, ma che oggi non sono più sufficienti a completare il quadro e ad essere competitiva nella dimensione economica. Se vuole ancora essere in testa alle classifiche la Sardegna dovrà infatti indirizzarsi con decisione verso il turismo sostenibile. «È la regione italiana che più di altre può avere i requisiti – esordisce Luciano Deriu della segreteria di Legambiente Sardegna - per assumere la sostenibilità come carattere identitario di turismi differenziati e durevoli. Ma occorrono territori di eccellenza. Ed è proprio questo uno degli aspetti problematici che dovremo affrontare».
Alghero. «Spiagge ancora poco pulite - prosegue Deriu - caos nelle concessioni demaniali, come al Poetto, depuratori devastanti come il caso di Alghero - il titolo “Marea gialla” ha conquistato le prime pagine dei giornali nei giorni scorsi. Il nuovo depuratore scarica le acque depurate nella laguna del Calich portando gravi fenomeni di eutrofizzazione che si ripercuotono immediatamente nella acque di balneazione collegate alla laguna creando il fenomeno della marea gialla. In questi giorni si è riusciti a dirottare parte delle acque reflue verso l’irrigazione della Nurra. Ma il rimedio non è risolutivo, la situazione rimane grave e la Regione non può essere insensibile al rischio di compromissione di interi ecosistemi costieri. Speriamo che i nostri riconoscimenti non vengano intesi come un punto di arrivo ma, anzi, come una sollecitazione per far decollare pratiche virtuose e dare il buon’esempio a tutti i comuni costieri».