Sergio Ortu
26 marzo 2005
Tantissimi giovani alla processione del Venerdì Santo
Che sia un ritorno alla spiritualità e alla religione? Forse sì, ma c’è anche altro!

ALGHERO - Giovani, tanti giovani ieri notte alla processione del Venerdì Santo. In fila con un cero acceso intenti nella preghiera. Non si era mai vista una tale partecipazione di giovani. Ventenni e trentenni, ma anche adolescenti. Che sia un ritorno alla spiritualità e alla religione? Forse sì, ma c’è anche altro! In una epoca, quella che stiamo vivendo, sempre più incerta e uggiosa i giovani d’oggi, vissuti in una legittima agiatezza adolescenziale, si trovano oggi in difficoltà a trovare un loro posto nella società. Un posto che gli permetta di trovare un occupazione e di costruirsi una casa, una famiglia, un avvenire. Il futuro dei giovani d’oggi è davvero incerto, e loro se ne stanno rendendo conto. Il ritorno alla religione, alla speranza di fronte a tanta incertezza, è un segnale forte. La fede infatti è un sostegno sicuro per chi ci crede, e si può trovare anche la speranza di affrontare la quotidianità. Un segnale, quello lanciato dalle nuove generazioni, specialmente quella fascia di età che va dai 25/30 e che dopo l’università (chi l’ha fatta) si affacciano nella società, nel mondo del lavoro con la speranza di trovare una loro collocazione. Una collocazione che arriva sempre più tardi e molto spesso, risulta essere di necessità ossia non rispondente alle aspettative ottimistiche di un giovane. Ma soprattutto quasi sempre in questo periodo, del tutto estranea a ciò che per il quale si è studiato e si sono acquisiti centinaia di certificati e pergamene. Il messaggio dei giovani in fila, in religioso silenzio e preghiera, è stato lanciato. La fede c’è, la speranza pure. Incoraggiante anche il riavvicinamento alla religione e alla chiesa. Mancano le certezze e su questo hanno un ruolo determinante le istituzioni.
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