Manca solo la Regione Sardegna, questa mattina assente dall´aula del Tribunale di Sassari. Le immagini e le interviste con i protagonisti
SASSARI - Parte il processo per disastro ambientale a Porto Torres, nell'aula dibattimentale del Tribunale di Sassari, e subito un rinvio al prossimo 27 aprile (processo rinviato a causa di un difetto di notifica). A giudizio ci sono alcuni manager e legali rappresentanti di Sasol Italia, Syndial e Ineos Vinyls. Secondo il pubblico ministero Michele Incani, per anni nelle acque del golfo dell’Asinara sarebbe stata riversata un’ingente quantità di composti chimici e metalli altamente pericolosi per la salute umana.
Al lungo elenco di associazioni ed enti pubblici già costituitisi parte civile (Comune di Porto Torres, Provincia di Sassari, l'associazione Anpana, i maestri d'ascia Polese e alcune associazioni di pescatori), questa mattina si è aggiunto il Ministero dell'Ambiente, in aula avvocato Francesco Caput, che ha annunciato la conseguente richiesta di risarcimento danni anche da parte dello Stato italiano. Manca così all'appello solo la Regione Sardegna. Intercettato in Tribunale, l'assessore alla Pubblica Istruzione Sergio Milia ha precisato che proprio questa sera, in occasione della riunione di Giunta programmata a Cagliari, avrebbe posto la questione sul tavolo della Regione.
Fuori dal palazzo di giustizia sassarese, un gruppo di militanti dell'Irs con Gavino Sale in testa, ha manifestato con bandiere e alcuni striscioni chiedendo giustizia, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui gravi problemi politici, sociali e ambientali riguardanti l’area industriale del nord Sardegna. Proprio il movimento politico, per primo, con un blitz a Minciaredda nel 2003, avevano sollevato la questione degli scarichi industriali a mare. Denuncia che fece scattare l'inchiesta della magistratura, oggi in Corte d'Assise.