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Stefano Idili 11 aprile 2005
Soru: «Sky non tema, il digitale terrestre servirà per creare occupazione»
«La Regione ha già aiutato Sky a insediarsi in Sardegna – ha detto il presidente Soru - senza con questo mettere in discussione la libera concorrenza. Lo sta facendo ancora e lo farà molto volentieri in futuro, aiutando l´impresa a investire in formazione, a far crescere un settore che può diventare importante»
Soru: «Sky non tema, il digitale terrestre servirà per creare occupazione»

CAGLIARI - «La Regione ha destinato 10 milioni di euro (fondi CIPE) al programma di avvio della televisione digitale terrestre in Sardegna, perché ritiene di potere ottenere per l´Isola vantaggi importanti nello sviluppo di una tecnologia che favorisce la crescita di nuova impresa, nell´allargamento dei servizi ai cittadini, nella disponibilità di canali televisivi per produttori di programmi di informazione e culturali anche quando non sono proprietari di reti».
Il Presidente della Regione Renato Soru replica così ai giornalisti che gli chiedevano della riserva di Sky Tv per il contributo regionale alla televisione digitale terrestre, che metterebbe in discussione i principi della libera concorrenza, danneggiando Sky e mettendo a rischio la presenza nell´isola di questo gruppo. «La Regione ha già aiutato Sky a insediarsi in Sardegna – ha detto il presidente Soru - senza con questo mettere in discussione la libera concorrenza. Lo sta facendo ancora e lo farà molto volentieri in futuro, aiutando l´impresa a investire in formazione, a far crescere un settore che può diventare importante». La Giunta Soru ha manifestato la disponibilità a lavorare alla realizzazione del progetto della tv digitale terrestre, rispondendo a una richiesta del governo Berlusconi attraverso il ministro Gasparri. La scelta della Sardegna per l’avvio della nuova tecnologia di trasmissione e ricezione tv è stata fatta dal Ministero delle Telecomunicazioni che si è avvalso del contributo dell’Istituto Bordoni, in virtù dell´isolamento che permette il passaggio dal sistema analogico senza interferenze su altre aree, della scarsità della popolazione che consente di contenere la spesa per i decoder alle famiglie, e molto probabilmente anche per qualche interessante esperienza nel campo delle tecnologie che l´Isola può vantare.
Tuttavia, il Presidente della Regione ha già chiarito al Ministro quello che sarà ribadito nei prossimi giorni alla prima conferenza nazionale sul digitale terrestre a Santa Margherita di Pula: la Sardegna vuole cogliere l´occasione da questo progetto per creare lavoro, incrementare i servizi a disposizione dei cittadini, migliorare l´offerta televisiva. «Abbiamo chiesto a tutti i soggetti - ricorda Soru - dalla Rai alla Fondazione Bordoni, da Mediaset a Telecom e La7, di aprire propri laboratori in Sardegna, di avviare al lavoro e formare figure che stiano in questo campo di attività, di modo che nella nostra Isola si torni a produrre televisione. Ho detto loro: non vogliamo mettere risorse per fare diventare i sardi un popolo passivo di consumatori di programmi della tv commerciale. Vogliamo contribuire a migliorare l´offerta, a partecipare ai processi produttivi. Il primo di questi canali, quello audio-video - conclude Soru - sarà un´opportunità per coloro che non sono proprietari di reti, di produrre programmi culturali, di informazione di qualità, che contribuirà a migliorare l´offerta televisiva. Può accadere per molti anni, é una condizione da contrattare, anche per molti decenni».

Nella foto: Renato Soru



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