Luigi Coppola
30 aprile 2005
Presentata a Cagliari la diciottesima edizione del Time in Jazz 2005
Il Progetto Arti Visive PAV, la “Digital Trance” sono le novità del Festival Internazionale. Un coacervo di comunicazione videografica nel segno di una contaminazione “oltre” la musica

CAGLIARI – Con la conferenza stampa dello scorso ventidue aprile a Cagliari, è stata presentata ufficialmente l’edizione 2005 del Time in Jazz, Festival Internazionale a Berchidda. La rassegna musicale (in un senso ristretto del termine) quest’anno compie la maggiore età, realizzando la diciottesima edizione. Per questa speciale occasione il suo ideatore e direttore Paolo Fresu, ha pensato innesti contemporanei che n’arricchiscono il già variegato percorso. Gli spettacoli inizieranno l’undici per terminare il quindici agosto. Inizio e fine del festival saranno sottotitolate da due cornici vergate personalmente dall’autore, in un ambiente mai inscenato prima. Paolo Fresu e l’Alborada String Quartet (Anton Berowski e Sonia Peana ai violini, Nicola Ciricugno viola e Pino salvatori al violoncello) inaugureranno e chiuderanno la rassegna nella scena naturale del Monte Limbara alle prime luci dell’alba. Intorno alle sei e trenta del mattino di giovedì undici, “Scores” vivrà per brani tratti dalle colonne sonore scritte dal trombettista di Berchidda per il film di F. Vicentini Orgnani, “Il più crudele dei giorni”, che narra la vicenda d’Ilaria Alpi e “L’isola” di Costanza Quatriglio. Martedì sedici agosto sempre alla stessa ora la sigla finale sarà “Arvo Partrance” per i testi del compositore lituano Arvo Part. All’interno del palinsesto una serie d’eventi che trascendono gli argomenti musicali, affrontando sentieri della videocomunicazione, animati da figure e immagini oltre l’immaginario collettivo. Il PAV e la “Digital Trance” sono due brand corposi, costituiti da una serie di spettacoli dalle connotazioni non frequentemente ripetibili. Il progetto arti visive è curato da Giannella De muro e Antonello Fresu. I contenuti si avvalgono di musica, immagini e cinema. Un set di lungometraggi etnomusicali allestiti da Gianfranco Cabiddu con la partecipazione dell’Istituto Superiore di Nuoro. La “Digital Trance” si compone di tecnologie digitali ed elettroniche, strati di coscienza che s’intrecciano col jazz suonato ogni sera in Piazza del Popolo, da musicisti di calibro mondiale, il contrabbassista Michel Benita, la videoartista Judith Darmont. Progetti multimediali con partiture elettroniche (Maurizio Martusciello) ed i timbri sonori di particolari musicisti artigiani, si alterneranno a figure del jazz mondiale. Steven Bernstein, Briggan Kraus, Huseylin Ceylan per citarne alcuni. Una particolare delegazione scandinava parteciperà ai concerti. Il pianista Bugge Wesseltoft con il suo gruppo: Ole Morten Vaagan. Questi debutteranno la serie degli appuntamenti nelle chiese campestri. La bellissima Basilica di Sant’Antioco di Bisarcio, nei pressi d’Ozieri, il Santuario di San Paolo Eremita di Monti, la Chiesa di Nostra Signora di Castro ad Oschiri, quella di San Marco nell’interland di Berchidda saranno le sedi prescelte di suggestive sonate. Per la prima volta quest’anno, il Festival toccherà anche Tempio Pausania grazie a Danilo Rea. Con il suo piano, il maestro collaboratore pure di Mina, Baglioni e Mannoia, proporrà il “Fabrizio De Andrè original project”, un omaggio dedicato al cantautore genovese. Altre manifestazioni collaterali, il Museo del Vino, la presentazione d’opere letterarie, le video azioni ed una serie d’allestimenti della cultura tipica artigianale, riempiranno una settimana internazionale nel segno di una Berchidda dal cuore sempre più grande.
Nella foto: la Bollywood Brass Band
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