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Luigi Coppola 2 maggio 2005
Al Teatro Verdi il quartetto delle meraviglie
In concerto, il genio della chitarra d’oltreoceano Mike Stern. Insieme sul palco: Bob Franceschini, Chris Minh Doky e Lionel Cordew
Al Teatro Verdi il quartetto delle meraviglie

SASSARI – Direttamente dagli States che normalmente attraversa per infiammare le platee d’oltreoceano, l’angelo a sei corde Mike Stern approda al teatro Verdi, nella prima domenica di maggio per il nono appuntamento del cartellone “NONSOLOCLASSICA” organizzata da Teatro e/o Musica i Sassari. Visitiamo il backstage del gran chitarrista che ci appare in completo nero, stivaloni ed una lunga chioma come nel suo abituale look. Mr. Stern è la prima volta che suona in Sardegna? «…No è sicuramente la seconda volta, anzi probabilmente la terza. Qui è una bellissima terra ed il vostro popolo è molto bello, meraviglioso…» Il padre della sua musica è Miles Davis. Secondo lei nel mondo della chitarra jazz c’è qualche musicista che più si rifà alla sua scuola? «…Non saprei. Ci sono molti bravi musicisti in circolazione, soprattutto sassofonisti, molti della mia città. Ma non saprei fare dei nomi precisi…» Oggi in Italia si festeggia la festa dei lavoratori col tradizionale concertone di Piazza S. Giovanni a Roma. Ha mai suonato in questa ricorrenza e le piacerebbe farlo? «…Si. Conosco il vostro concerto di Roma e mi avrebbe fatto piacere suonare questa volta. La prossima volta? Perché no…vedremo in futuro…». Preceduto sul palco dai Doc Sound, una guitar band sassarese di tre elementi che scaldano da supporter il pubblico, Mike compare sulla scena pochi minuti dopo le ventuno e trenta.
Novanta minuti per uno spettacolo d’antologia. Oltre recinti predefiniti le sonorità: rock, jazz, fusion, soul. E’ musica universale quella distribuita da musicisti straordinari. L’arpeggio acustico di Mike, fulmineo o melodico secondo gli innesti blu moon del sax di Bob Franceschini, incornicia jam incredibili se non ascoltate dal vivo, di Lionel Cordew. La sua posa atletica da mastino compresso traduce dei gesti atletici: rullanti e drums da pezzi unici, interminabili. Il basso di Chris Minh Doky aggiunge quel best d’emozioni da produrre una coreografia amarcord. E’ una danza eclettica l’impugnatura con cui il cinquantaduenne di Boston dai tratti fanciulleschi, imbraccia la propria chitarra. Una pantera sulla scena che scambia disinvoltamente i passi felpati con cui s’introduce il sax brillante di Franceschini. Sembra non avere mai fine, senza un compimento il giro armonico che sospende nel tempo un pubblico (quasi esaurita la platea del Verdi) incantato e perso nei virtuosismi del quartet. S’avvicina al microfono solo una volta l’artista. Con una dose abbondante di beautiful e i love you, ringrazia i compagni di scena e gli spettatori in sala. Se la sua musica fosse patologica, sarebbe un bene sociale il contagio collettivo, tale da poterne immunizzare le contaminazioni di tanti surrogati circolanti, poco a che fare con i veri talenti, sempre più grandi quanto rari. Quando si vede il pubblico consumare un prodotto d’aggregazione e gustarlo in uno sfogo corretto, chi l’ha prodotto fa fatto bene il suo lavoro e…la musica va.

Nella foto: Mike Stern e la sua band
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La rassegna concertistica “Musica d’estate” proseguirà con 13 concerti per tutto il mese di settembre al chiostro di Santa Maria di Betlem a Sassari.



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