S.A.
17 agosto 2012
Spissu e Samoggia: baby promesse Dinamo
Marco Spissu e Jacob Samoggia faranno parte della prima squadra della formazione di basket sassarese di Lega A. Il primo è un playmaker classe 1995; il secondo un ala classe del 1994

SASSARI - La Dinamo Banco di Sardegna Sassari vive il suo presente, guarda al domani e punta sul futuro scommettendo sui due giovani atleti made in Sassari che dal 20 settembre lavoreranno assieme alla prima squadra in vista della prossima stagione. Si tratta di Marco Spissu e Jacob Samoggia, il primo è un playmaker classe 1995; il secondo un ala classe del 1994.
Una scelta voluta e condivisa, che la società del presidente Stefano Sardara e lo staff di coach Meo Sacchetti hanno fatto scommettendo senza esitazioni sul futuro, puntando sulle qualità e sulla necessaria voglia di emergere di due ragazzi sardi e sassaresi già da qualche tempo in orbita Dinamo, protagonisti nei campionati giovanili di categoria (Under 17 e 19) e nella serie C in maglia Torres.
Jacob Samoggia è un’ala di 198 centimetri nato il 2 giugno del 1994, fisico longilineo, propensione al rimbalzo e buone soluzioni offensive, mentre Marco Spissu è un playmaker di 182 centimetri nato il 5
febbraio 1995, estro da regista, ottima visione di gioco e «sana faccia tosta»: entrambi hanno maturato positive esperienze nei campionati juniores, riuscendo ad emergere mettendosi in mostra come singoli
perfettamente inseriti nella dimensione squadra, sino ad arrivare a conquistarsi la possibilità di lavorare al fianco dei giganti della Lega A.
I due giovani bianco blu, inizieranno sin da subito a lavorare con la prima squadra a partire dal raduno del 20 settembre (visite mediche e test atletici allo stadio dei Pini) per poi proseguire con lo start della
preparazione in programma per il 25 settembre. Oltre a far parte del roster Dinamo in fase di allenamento, Marco Spissu e Jacob Samoggia nella prossima stagione saranno protagonisti sul campo anche con la canotta di un team isolano chiamato a disputare la C Nazionale.
Nella foto: Marco Spissu
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