P.P.
23 gennaio 2013
Echinoccosi: nuovo piano di controllo
La Regione ha approvato il nuovo piano di controllo dell´echinoccosi, dopo la proposta avanzata dall´Istituto Zooprofilattico della Sardegna. L´intervento prevede la sperimentazione in una zona pilota. I risultati ottenuti serviranno per estendere gli interventi su tutto il territorio regionale

SASSARI - La Giunta Regionale ha accolto la proposta dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna e ha approvato il nuovo Piano di controllo dell'echinococcosi, una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo, che vede la Sardegna al primo posto in Italia per numero di casi segnalati con costi economici per milioni di euro. Un approccio innovativo che punta a estirpare l’echinococcosi cistica (e.c.) mediante l’uso sperimentale di un vaccino sugli ovini dell’Isola.
Il progetto arriva dopo vent’anni di distanza dall’ultima campagna lanciata contro questa patologia endemica della nostra regione, in cui la malattia dilaga per effetto del forte binomio pecora-cane che esiste nelle campagne, perché la pecora che bruca l’erba infestata dalle feci si ammala e quando muore diventa spesso cibo per cani che perpetuano il ciclo dell’echinococco. «Il Piano si basa su oltre quattro anni di indagine epidemiologica e valutazione del rischio da parte del Centro di Referenza Nazionale per l’Echinococcosi del nostro Istituto – dice il direttore generale dello Zooprofilattico, Antonello Usai che spiega - Infatti, la malattia ha determinato un forte impatto sanitario ed economico nell’Isola, con più di 1.500 ricoveri dal 2001 al 2010 e spese di ospedalizzazione per 7 milioni di euro circa: un dato che ci vede al primo posto in Italia, con alti costi umani e conseguenze invalidanti».
A questo vanno aggiunte le perdite per il settore zootecnico, che a causa della malattia ha registrato un calo di produzione del latte del 5%. Ecco perché Ministero della Salute, Regione e Organizzazione Mondiale della Sanità hanno chiesto di mettere a punto un nuovo Piano di contrasto dell’echinococcosi che sarà finanziato per 800 mila euro nei primi due anni. L’intervento prevede una prima fase di sperimentazione di due anni in una “zona pilota”, da affiancare alle tecniche tradizionali di formazione sanitaria, prevenzione, contrasto della macellazione clandestina, corretto smaltimento delle carcasse, lotta al randagismo e estensione dell’anagrafe a tutta la popolazione canina rurale. I risultati ottenuti serviranno per estendere gli interventi su tutto il territorio regionale. Si partirà con la sperimentazione in 32 comuni delle Asl di Nuoro, Olbia-Tempio e Sassari, che per caratteristiche epidemiologiche, geografiche e demografiche sono da considerarsi «ad alto rischio e di rilevante interesse sanitario».
L'Echinococcosi Cistica è una patologia causata dalla forma larvale dell’Echinococcus granulosus, un piccolo verme parassita che può colpire l’uomo con danni, talvolta anche letali, a carico del fegato, del polmone e della milza. Gli esseri umani e le pecore rappresentano gli ospiti intermedi o accidentali del parassita e contraggono l'e.c. con l’ingestione delle microscopiche uova dell’Echinococco liberate nell’ambiente con le feci del cane (ospite definitivo). E’ sufficiente mangiare verdure crude mal lavate o mettersi le mani sporche di terra in bocca per contrarre la patologia, un rischio che si corre anche stando a stretto contatto con i cani infestati dal verme.
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