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Monica Caggiari 28 giugno 2005
Pulizia delle spiagge ad Alghero..
c´è ancora molto da fare
Si riapre il dibattito sugli stabilimenti balneari, le cui concessioni stanno riducendo gli spazi gratuiti un po’ ovunque. Tra l’altro pare che i litorali “fruibili gratuitamente” soffrano di una certa incuria e dell’assenza di servizi, tutti garantiti e impeccabili invece nelle zone contrassegnate da regolari file di ombrelloni e sdraio. E a gli algheresi, che vogliono servizi e pulizia non resta che pagare. In molti lo fanno addirittura di buon grado, solo non ci stanno a dover pagare alla stregua di non residenti
Pulizia delle spiagge ad Alghero... c´è ancora molto da fare

ALGHERO - C’è chi dice che sono sporche e chi lamenta scarsi, se non inesistenti, servizi nelle zone ancora “libere”, quelle che non rientrano nelle concessioni degli stabilimenti balneari. Tra caldo e temperature quasi apocalittiche, sono molti gli algheresi che durante questo scorso finesettimana hanno cercato refrigerio lungo le numerose spiagge della Riviera del Corallo. E numerose sono state anche le segnalazioni arrivate in merito allo stato dei nostri litorali. In primo luogo si tratta di lamentele in merito alla pulizia degli arenili, che soprattutto a causa del malcostume dilagante, presentano qua e là, nonostante la pulizia “meccanica” mattutina, soprattutto rifiuti di plastica, involucri di carta, etichette, tappi e cannucce. Agli scarti del consumismo da spiaggia s’aggiunge un’interminabile collezione di mozziconi di sigarette, ben conficcati tra i bianchi granelli di sabbia. All’inciviltà dell’animale più sporcaccione di questo mondo, s’aggiunge la scarsa presenza di bidoni per la raccolta dei rifiuti, che non giustifica certo gli atteggiamenti, al limite del vandalismo, di chi non raccoglie la propria spazzatura, ma che è comunque doveroso segnalare. In alcune zone del litorale cittadino, ancora fruibili gratuitamente, mancano, infatti, i bidoni destinati a raccogliere l’immondizia. Al di là delle dune di Maria Pia se ne vedono pochi, distanti tra di loro e di solito, a causa dell’esiguo numero, stracolmi e maleodoranti.
Alcune delle lamentele dei cittadini annoverano inoltre il fenomeno delle spiagge “bell’e pulite” solo dove vi sono impianti balneari, sottolineando come sia forte la sensazione che l’ambiente naturale della nostra città sia dedicato solo a chi paga. E dilaga così l’opinione che le restanti zone soffrano di disattenzione perché gratuite. Il dibattito sugli impianti e sul contrasto di questi con le zone libere, si ripropone quindi anche quest’anno. «Perché –rileva una signora, mamma e casalinga– per trovare spiagge pulite devo andare a pagare come se fossi una turista. Pago le tasse, compro e spendo nella mia città per tutto l’anno. Almeno d’estate vorrei godere della mia bella costa in libertà.» Mentre un altro signore anziano suggerisce, in maniera un po’ “militaresca”, di chiudere la pineta e di far pagare l’ingresso, per il tradizionale pranzo domenicale al mare, ai non–residenti: «Quei soldi potrebbero essere utilizzati per la pulizia e tutela del nostro patrimonio naturalistico e magari si potrebbero fornire più servizi.» L’idea è, però, di difficile attuazione: “ingabbiare” la pineta e chiedere la carta d’identità a ogni singolo ospite appare poco consono alle velleità della città in materia di buona accoglienza e potrebbe risultare molto costoso, anche in termini di ritorno d’immagine. Certo è che ci vorrebbe maggiore attenzione e rispetto, da parte di tutti, per l’ambiente che “gentilmente” ci ospita. Accompagnato per l’occasione da un’equilibrata consapevolezza di ciò che è giusto offrire ai vacanzieri, senza per questo dover penalizzare gli abitanti della città.



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