ALGHERO - Era nell’aria, i tempi si stavano dilatando, le sottoscrizioni delle quote societarie non avvenivano. E così il matrimonio fra Lorenzoni e Fertilia è svanito. Un nulla di fatto che praticamente non “muove nulla”. Punto a capo e tutto come prima. Antonello Lorenzoni si fa da parte, il Fertilia sedotto e abbandonato. Era scoppiato l’amore ma l'accordo proprio non si doveva fare. Il Fertilia riparte da solo, la linfa che doveva portare Lorenzoni che aveva come obiettivo la vittoria del campionato, rimane solo un sogno di mezza estate. L’ex presidente della Torres ci ripensa e si prende un anno sabbatico.

Una mezza farsa che lascia sbigottiti. E certamente non c’era proprio bisogno di annoverare anche questa impresa nel calcio locale già in profonda crisi. La puntualizzazione a caldo di Aurelio Ferroni, che rimane al timone, non si fanno attendere, dopo che la notizia aveva preso corpo. Quasi a sgonfiare un caso che pubblicità ne stava portando troppa, forse danneggiando l’immagine stessa della società giuliana.

«Non se ne fa niente - afferma il presidente -. Noi conosciamo le nostre forze, abbiamo cercato di renderci disponibili a soluzione che creassero i presupposti per rilanciare il calcio locale, puntando in alto». «Abbiamo reso disponibile anche la presidenza della società- continua Ferroni- pur di dare piede a un progetto, che mirava a far nascere una società punto di riferimento sul territorio. Il Fertilia poteva essere una buona soluzione di partenza, vista l’organizzazione e la struttura compatta del settore giovanile. Il tutto non è stato possibile, perché c’è stato un passo indietro di Lorenzoni, che si è preso un anno sabbatico». «Noi andremmo avanti per la nostra strada - conclude Ferroni - sapendo che in alto non potremmo puntare, semprechè qualche imprenditore non creda nel nostro progetto ed entri in società, per condividere un progetto che è di grande respiro». Finisce qui una storia nata quasi per caso, come tante , vere o presunte che durante l’estate prendono il volo poi non vedono mai la luce.

Nella foto: Aurelio Ferroni