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Marcello Simula 7 settembre 2005
Salvagno, dopo Helsinki il bello deve ancora venire
La giovane atleta algherese, dopo aver gareggiato con la maglia della nazionale nella staffetta 4 x 100 ai mondiali di atletica leggera, è rimasta quella di sempre. Gli allenamenti a Maria Pia e tanta grinta da vendere
Salvagno, dopo Helsinki il bello deve ancora venire

ALGHERO - Dice che i sogni servono ancora a qualcosa, che bisogna crederci e non smettere mai di costruirli, giorno dopo giorno. Aurora Salvagno oggi ha diciannove anni e guarda lontano, la sua voglia di farcela l´ha già portata a gareggiare tra le donne più veloci del mondo.
È passato infatti meno di un mese dal suo ritorno da Helsinki, dove con la maglia della nazionale ha gareggiato nella staffetta 4 x 100 ai mondiali di atletica leggera. Siamo andati a trovarla mentre si allenava nella pista di Maria Pia: a vederla così sembra una ragazzina, che proprio non lo diresti che sotto quella semplicità nasconde grinta da vendere.
L´atletica ad Aurora piace, e parecchio, ma non andate a chiederle perchè, che lei non ci riesce mica a dirvelo. In fondo sono solo cento metri, una decina abbondante di secondi, eppure non ce la fa, è qualcosa più grande di lei, una sorta di missione. Aurora dice che è come realizzarsi, che uno dovrà pur fare qualcosa della sua vita e così lei ha deciso di correre, e di farlo bene. Ecco, quando abbiamo incontrato Aurora non sono stati né il fisico né i muscoli a colpirci, ma solamente quel suo sguardo determinato, quello di chi non si accontenta mai, di chi continua a ad allenarsi tutti i santi giorni, solo per fermare il cronometro ogni volta un centesimo prima.
Marco Ciccarella, il suo allenatore, ci ha raccontato di quando otto anni fa Giuseppe Ruggiu (allora professore di ginnastica di Aurora) gli segnalò le capacità straordinarie di quella che ancora era solo una bambina: il passo verso l´atletica e la velocità fu breve, e da lì iniziarono fatica e tanto allenamento, ma anche le prime vittorie, fino ad arrivare alle gare nazionali e internazionali, ed ora ai Mondiali.
Eppure prima ancora delle capacità fisiche Ciccarella deve aver visto la forza di volontà di questa ragazza e quando per la prima volta Aurora è scesa in pista, beh, anche il suo coach da quel momento ha capito che anche lui era autorizzato a sognare.
Oggi possiamo dire che la storia di Aurora è qualcosa di più di un semplice sogno, anche se il bello, siamo sicuri, deve ancora arrivare.



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