Pierpaola Pisanu
14 ottobre 2005
Acqua Caro bollette, ultimatum al Comune di Alghero
Trenta giorni di tempo per dare corso ad una serie di richieste legate alla bollettazione dell’acqua. Altrimenti saranno la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti a ficcare il naso nella gestione del servizio idrico

ALGHERO - Trenta giorni di tempo per dare corso ad una serie di richieste legate alla bollettazione dell’acqua. Altrimenti saranno la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti a ficcare il naso nella gestione del servizio idrico. Diciassette capo-condomini rappresentati dall’avvocato Franco Dore denunciano l’assoluto disinteresse dell’amministrazione comunale nel voler raggiungere un’intesa con la categoria che parla a nome di migliaia di utenti algheresi. Si sono rivelati poco proficui alcuni incontri che si sino svolti tra le due parti negli uffici del Municipio, a giudicare dai toni del documento che hanno inoltrato al sindaco Marco Tedde e all’assessore del settore idrico Giancarlo Spirito. Chiedono che venga operato lo sgravio di una parte di corrispettivi pregressi per le bollette dell’acqua che il comune di Alghero sta reclamando nonostante il diritto all’esazione sia venuto meno per prescrizione quinquennale. Secondo il legale che rappresenta gli amministratori condominiali i termini per pretendere il pagamento dei vecchi canoni, sono ormai superati. E poi ci sarebbero da scalare le somme calcolate sulla base del minimo garantito, i famigerati 200 metri cubi che tanto hanno dato da lavorare agli avvocati. La richiesta dei capo-condomini è quindi che gli importi relativi alle annualità 1995/1996/1997 per la somministrazione dell’acqua vengano ri-determinati in rapporto all’effettivo consumo, azzerando le cifre ottenute con il criterio del minimo garantito. «Somme non dovute – spiega il documento – perché assente un formale obbligo contrattuale in tal senso». I condomini inoltre intimano al comune di Alghero di avviare il procedimento di ritiro – annullamento delle delibere tariffarie adottate dalla giunta municipale anziché dal consiglio e ad intervenire per mettere fine ad una serie di disservizi che creano oltrechè disagi agli utenti, inutili dispersioni di risorse idriche. Il comune ha tempo trenta giorni per rispondere con i fatti. Trascorsi i quali ciascun amministratore deciderà se imboccare la strada che porta ai Palazzi di Giustizia.
|