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S.S. 17 marzo 2014
Mercoledì della cultura: "Cadenas" di Francesca Balbo
Il ciclo di incontri è articolato in una serie di proiezioni di cortometraggi e documentari
Mercoledì della cultura:

SASSARI - Si conclude mercoledì 19 marzo alle 17.30 nella sala conferenze della Camera di Commercio uno degli appuntamenti più attesi e seguiti della delegazione Fai di Sassari la rassegna “I mercoledì della cultura”. Il ciclo di incontri incentrato quest'anno sul tema “L'uomo e l'ambiente” è articolato attraverso una serie di proiezioni di cortometraggi e documentari che hanno come tema storie di uomini che si confrontano con l'ambiente seguite dalla discussione tra pubblico e autori.

Il successo della manifestazione mostra l'efficacia della formula e l'interesse del pubblico per queste tematiche che attraverso l'immagine video riescono a coinvolgere in maniera diretta lo spettatore. Dopo la proiezione di "Capo e croce" di Marcoantonio Pani e Paolo Carboni, "i Morti di Alos" di Daniele Atzeni "i Corti" di Carlo Dessì, il prossimo mercoledì 19 marzo sarò presentato "Cadenas" di Francesca Balbo. La giovane regista parla nella sua opera della realtà del lavoro femminile nel Sulcis, nei luoghi della tratta ferroviaria che va da Mandas a Tortolì.

Quest'opera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui per la sceneggiatura il premio Solinas. Introdurrà e coordinerà la serata Lucia Cardone, ordinaria di storia del cinema all'Università di Sassari. “In quella parte di Sardegna che si snoda tra la Trexenta, il Campidano e il Gennargentu – si legge nella presentazione del film - corre un treno senza tempo, il cui passaggio è salutato da piccoli puntini gialli che agitano una paletta verde e rossa, le guarda-barriera. Un lavoro che si eredita in linea femminile da generazioni. Bloccano il traffico al passare del treno, poche centinaia di chilometri di rotaie secondarie che incrociano strade secondarie percorse da macchine, trattori, pecore e apecar.

Ad ogni incrocio presidiato da una signora in giubbottino fluorescente il macchinista tira una corda e alza il braccio per salutare. Il treno supera con un fischio la guarda-barriera e corre via nella polvere, scomparendo dietro una curva: uomini, macchine e animali sono finalmente liberi dalla catena che chiude l’accesso ai binari”. La custodia del passaggio a livello è totalizzante: implica cura, responsabilità e attenzione, diventa un’ossessione che abita persino i sogni. È un lavoro antico destinato alle donne, che vi si dedicano con ripetitività quasi rituale, durante tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno. Il passaggio a livello con le sue catene scandisce lo scorrere del tempo. Ingresso libero.



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