A.B.
24 marzo 2014
La fondazione a Carbonia, Oristano e Nuoro
La prima in Sardegna è in programma per domani, martedì 25 marzo, alle ore 21, al Teatro Centrale. Poi, lo spettacolo presente nel cartellone della Stagione di Prosa 2013/14 del Cedac, nell´ambito del 34esimo Circuito Teatrale Regionale Sardo, farà tappa anche ad Oristano, Nuoro ed Alghero

CARBONIA – “La fondazione” sbarca nell’Isola. Lo spettacolo di Raffaello Baldini, nel cartellone della “Stagione di Prosa 2013/14” del “Cedac”, nell'ambito del 34esimo “Circuito Teatrale Regionale Sardo”, sarà portato in scena domani, martedì 25 marzo, alle ore 21, sul palcoscenico del “Teatro Centrale” di Carbonia. Le altre tre tappe isolane sono previste, sempre alla stessa ora, mercoledì 26 al “Teatro Garau” di Oristano, giovedì 27 al “Teatro Eliseo” di Nuoro e venerdì 28 al “Teatro Civico” di Alghero. Iperbole poetica sul consumismo e l'attaccamento alla roba, la produzione “Ert/Emilia Romagna Teatro Fondazione” racconta la strana storia di un uomo incapace di separarsi da alcunché, tanto da riempire la propria casa di oggetti inutili, muti testimoni del suo passato e quindi custodi dei suoi ricordi più preziosi.
Protagonista sulla scena un eclettico attore di cinema e teatro come Ivano Marescotti, che si trasforma con la regia di Valerio Binasco nell'eccentrico individuo prigioniero di un'ossessione, tanto da rinunciare al presente ed al futuro, pur di non perdere neppure un frammento del proprio vissuto, che verrebbe gettato via insieme ai rifiuti. La pièce, che trasporta in italiano le suggestioni e la metrica della lingua immaginifica di Baldini, dà corpo e voce all'invenzione surreale del poeta romagnolo, in cui l'innocente mania di conservare i biglietti dell'autobus o le note della spesa è spinta all'estremo, diventa vizio e prigione, indizio di un segreto male di vivere, di una paura di confrontarsi con gli altri, di immergersi e lasciarsi trascinare dal fluire del tempo, per accogliere l'incertezza del divenire.
La miriade di foglietti, appunti, oggetti inservibili rappresentano una traccia concreta, tangibile di ciò che è stato, ma anche una barriera invisibile ed invalicabile, forse una difesa contro il dolore e la perdita, la fine di un amore e l'abbandono della moglie, unica compagna (almeno per una parte del cammino) in quella desolata, ma anche invocata solitudine. Il sogno del personaggio, la sua piccola utopia, resta come scintilla di ribellione alla consuetudine, come istanza originale e surreale: La fondazione di Baldini propone un viaggio negli intricati labirinti della mente e del cuore, un ragionamento sulla labilità dei sentimenti e la fragilità di tutto ciò che è umano, fin troppo umano. Il risultato, anche in virtù del talento di Marescotti, che costruisce un'originale maschera moderna, è uno spettacolo comico, ma solo «perché spesso e fortunatamente riusciamo anche a ridere di noi stessi, perché come diceva Leo Longanesi “i difetti degli altri somigliano troppo ai nostri”».
Nella foto (di Raffaella Cavalieri): Ivano Marescotti
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