A.B.
20 maggio 2014
Cagliari: terzo appuntamento con 1 Euro Festival
Giovedì 22 maggio, alle ore 21, al Teatro delle Saline va in scena Cantar l’Altrove, progetto di Marta Proietti Orzella nato con la preziosa collaborazione di Rossana Copez

CAGLIARI - Terzo appuntamento, giovedì 22 maggio, alle ore 21, per “1 Euro Festival”. Al “Teatro delle Saline” va in scena “Cantar l’Altrove”, progetto di Marta Proietti Orzella nato con la preziosa collaborazione di Rossana Copez, scrittrice e moglie di Sergio Atzeni, cui si deve la selezione dei brani presentati. Lo spettacolo ha replicato con successo al “Teatro Elfo Puccini” di Milano ed è candidato ospite di "Book City Milano 2014" il prossimo novembre.
I racconti de “I sogni della città bianca” si alternano ai versi poetici tratti dalla raccolta “Versus”, interpretati dall’attrice che, sulla scena, è accompagnata dalle musiche e dai suoni del sound-designer Alessandro Aresu (sinth, chitarra, percussioni, cajón), con la volontà di evidenziare l’uso sapiente del ritmo della lingua che contraddistingue Atzeni. Cantar l’altrove sottolinea l’originalità della prosa e della poesia di Sergio Atzeni che, secondo un’opinione largamente condivisa, è considerato uno degli autori più significativi della letteratura sarda. A diciannove anni dalla sua prematura scomparsa, dunque, un piccolo omaggio all’autore, un percorso anche musicale fra i protagonisti delle sue storie che appartengono alle più svariate classi sociali.
Di ambientazione cagliaritana, i tre racconti scritti in prima persona ("Il vento soffia sopra i bastioni", "Storia di una monaca" e "Storia di Carluccio e di colui che narra") rivelano a tratti un'ironia latente spezzata dalla malinconia dei versi che cantano "un altrove" fisico («Sono cittadino sardo, italiano, europeo», era il motto di Atzeni) e mentale (quello dei sogni incensurati della "Città bianca"). Sergio Atzeni mette in scena soprattutto il popolo degli umili, degli sconfitti, dei marginali: «Mi cerco le storie e non le invento», aveva dichiarato in un’intervista.
Nella foto: Marta Proietti Orzella
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