Pierpaola Pisanu
13 gennaio 2006
"Cassati" i ricorsi del Comune: bollette dell´acqua illegittime
Il famigerato sistema dei 200 metri cubi utilizzati in passato ad Alghero per fatturare il consumo idrico, è illegittimo. L’ha stabilito la Corte di Cassazione che lo scorso mese di dicembre ha rigettato circa duecento ricorsi presentati dal Comune corrispondenti ad altrettante sentenze favorevoli ai cittadini emesse dal Giudice di Pace

ALGHERO - Due a zero per i cittadini contro il comune. Ad aggiudicarsi la partita dell’acqua anche al massimo grado di giudizio sono gli utenti morosi. Il famigerato sistema dei 200 metri cubi utilizzati in passato ad Alghero per fatturare il consumo idrico, è illegittimo. L’ha stabilito la Corte di Cassazione che lo scorso mese di dicembre ha rigettato circa duecento ricorsi presentati dal Comune corrispondenti ad altrettante sentenze favorevoli ai cittadini emesse dal Giudice di Pace. Quest’ultimo infatti aveva ritenuto indebita la pretesa di esigere il pagamento dei 200 metri cubi, anche a fronte di minori consumi dichiarati, o in presenza di consumi irrisori o inesistenti come è avvenuto per box o case sfitte. Aveva ragione il Giudice di Pace dunque e avevano ragione i numerosi cittadini che hanno rifiutato di corrispondere al Comune catalano quanto chiedeva in assenza di un consenso bilaterale. La conferma della Suprema Corte, della correttezza di quanto stabilito dal Giudice di Pace, si fonda sulla tesi secondo cui il fruitore del servizio di fornitura di acqua potabile, può essere tenuto a pagare il cosiddetto minimo garantito o minimo impegnato. Purchè abbia assunto tale impegno con un contratto scritto. Nel caso delle istanze dei cittadini algheresi non c’è nessun accordo contrattuale che legittimi la pretesa dell’ente pubblico. Né ha alcun valore il Regolamento Idrico. La strada imboccata apre nuovi possibili scenari per il trattamento di questa materia. Secondo l’avvocato Franco Dore, che rappresenta i cittadini nella guerra dell’acqua, l’orientamento ribadito dalla Suprema Corte, peraltro espresso da tutte le sezioni della Cassazione, è definitivo e impone un adeguamento al Comune che nel frattempo aveva affidato alla Bipiesse Riscossioni l’incarico di recuperare i crediti decennali per il mancato saldo delle cartelle relative al consumo idrico: «Mi auguro che si provveda ad annullare le centinaia di avvisi notificati nei mesi scorsi con i quali viene reclamato il pagamento del minimo garantito. Altrimenti arriverà una vera e propria valanga di ricorsi», ha annunciato l’avvocato Dore. Non solo. A parere del legale il Comune alla luce di questo pronunciamento, dovrebbe farsi carico di restituire le somme percepite indebitamente dagli utenti che hanno già pagato.
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